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Sempre più vicini a un vaccino preventivo contro l’HIV

(8 Luglio 2024)

Roma  – Nuovi passi in avanti supportati da una serie di prove precliniche rendono sempre più vicina la possibilità di sviluppare un vaccino per prevenire l’HIV. È quanto emerge d quattro singoli articoli, che si basano su uno studio clinico di fase I condotto nel 2022 dall’organizzazione di ricerca scientifica no-profit IAV, pubblicati su Science, Science Immunology e Science Translation Medicine. La ricerca, che ha visto la collaborazione degli scienziati dello Scripps Research, dell’IAVI, del Ragon Institute del Mass General, del MIT e di Harvard, dell’Istituto di Immunologia di La Jolla e di altre istituzioni, ha dimostrato che alcuni anticorpi rari potrebbero essere efficaci contro un’ampia gamma di ceppi di HIV. Una sfida importante nello sviluppo di un vaccino contro l’HIV è che il virus muta velocemente, molto velocemente. Sebbene una persona si infetti inizialmente con uno o pochi ceppi di HIV, il virus si replica e muta rapidamente, dando luogo a uno “sciame” di ceppi virali presenti in un singolo organismo. I risultati rappresentano un passo avanti fondamentale nella strategia di immunizzazione che potrebbe proteggere dal virus. “Nel complesso, questi studi dimostrano che abbiamo buone possibilità di creare un vaccino efficace contro l’HIV: dobbiamo solo continuare a iterare e basarci su questi risultati nei futuri studi clinici”, ha affermato William Schief, coautore senior di tutti e quattro gli studi, professore di Scripps Research, vicepresidente per la progettazione e la selezione dell’antigene, Infectious Disease Research, presso Moderna, Inc. e direttore esecutivo della progettazione del vaccino presso il Centro anticorpi neutralizzanti dello IAVI. La strategia del vaccino contro l’HIV consiste nello stimolare l’organismo a produrre anticorpi neutralizzanti maturi, noti come bnAbs. Questi sono tra gli attori chiave del sistema immunitario nella lotta contro l’HIV, poiché possono bloccare molte varianti del virus. Il problema è che i bnAb prodotti dal corpo umano sono rari. La sperimentazione IAVI, guidata in parte da Schief, si è concentrata sull’induzione delle cellule immunitarie che potrebbero evolvere in bnAbs giusti, in grado di proteggere le cellule ospiti da più ceppi di HIV. Queste cellule immunitarie precursori, note come cellule B, sono state stimolate con l’aiuto di un immunogeno di priming, una molecola personalizzata per “innescare” il sistema immunitario e suscitare risposte dalle cellule precursori corrette. Ma, il primer richiede anche ulteriori immunogeni “booster” per indurre il sistema immunitario a produrre non solo cellule precursori, ma anche gli ambiti bnAb di classe VRC01, una rara e specifica classe di anticorpi noti per neutralizzare oltre il 90% dei diversi ceppi di HIV. I booster sono necessari anche per la produzione di BG18, un’altra importante classe di bnAb che si lega agli zuccheri della proteina spike dell’HIV. È qui che entrano in gioco i nuovi studi. I ricercatori hanno sviluppato regimi di immunizzazione in grado di innescare i precursori di VRC01 o BG18 e, successivamente, di potenziare questi precursori lungo il percorso che li porterà a diventare bnAb. “I risultati contenuti in questi articoli sono estremamente interessanti e supportano ulteriormente la strategia di sviluppo di vaccini anti-HIV mirati alla germlina che la IAVI e i nostri partner stanno perseguendo”, ha detto Mark Feinberg, presidente e CEO della IAVI. “Siamo ansiosi di continuare la nostra collaborazione con Scripps Research e i suoi partner per portare avanti ulteriori ricerche sulla base di questi promettenti risultati”, ha continuato Feinberg. Nel complesso, tutti e quattro i lavori confermano che la fase di priming per attivare i giusti precursori di bnAb è possibile quando si tratta di sviluppare un vaccino contro l’HIV. Tre di questi lavori dimostrano specificamente che è anche possibile guidare i precursori anticorpali verso la trasformazione in bnAb in grado di combattere l’HIV. “Nel loro insieme, questi risultati ci danno maggiore fiducia nella possibilità di innescare precursori da bersagli multipli di bnAb e dimostrano anche che stiamo iniziando a imparare le regole per far progredire la maturazione dei precursori attraverso il boosting eterologo”, ha aggiunto Schief. A seguito di questi risultati, i ricercatori stanno avanzando le prove di medicina sperimentale di fase 1 per entrambi i progetti VRC01 e BG18. I vaccini che mirano a innescare e potenziare gli anticorpi di classe VRC01 sono in corso di ulteriore valutazione in due studi clinici condotti da IAVI, IAVI G002 e IAVI G003, mentre un vaccino per innescare le risposte di classe BG18 è in corso di valutazione nell’HVTN144. Secondo gli autori, i risultati di questi studi guideranno i prossimi passi critici nel percorso di scoperta di un vaccino contro l’HIV. (30Science.com)

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