Valentina Di Paola

Gli scribi egizi rischiavano problemi scheletrici

(27 Giugno 2024)

Roma – I compiti ripetitivi e la postura assunta dagli scribi egizi potrebbero aver contribuito a cambiamenti scheletrici degenerativi nella loro struttura ossea. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e condotto dagli scienziati del Museo Nazionale di Praga. Il team, guidato da Petra Brukner Havelková, ha esaminato i resti scheletrici di 69 uomini adulti sepolti ad Abusir, in Egitto, tra il 2700 e il 2180 a.C. Tra questi, sono stati identificati 30 scribi, uomini di alto rango che svolgevano compiti amministrativi. Il gruppo di ricerca ha notato che gli individui appartenenti al rango presentavano cambiamenti articolari degenerativi più frequenti rispetto agli uomini con altre occupazioni. In particolare, sono emersi cambiamenti degenerativi nelle articolazioni che collegano la mandibola al cranio, la clavicola destra, l’articolazione della spalla, il pollice destro, l’articolazione del ginocchio e lungo la colonna vertebrale, soprattutto nella parte superiore.

Sono stati inoltre osservati dei cambiamenti ossei indicativi di stress fisico nell’omero e nell’anca sinistra degli scribi. Altri segni scheletrici più comuni tra gli scribi includevano indentazioni su entrambe le rotule e una superficie appiattita su un osso nella parte inferiore della caviglia destra. Gli autori ipotizzano che la degenerazione osservata nella colonna vertebrale e nelle spalle potrebbe derivare dalla prolungata permanenza in posizione seduta a gambe incrociate, con la testa china in avanti, la spina dorsale flessa e le braccia non supportate. Le criticità associate a ginocchia, anche, e caviglie suggeriscono però che gli scribi potessero alternare tra la posizione a ginocchia o a gambe incrociate a sinistra e la gamba destra piegata, forse in posizione accovacciata. Raffigurazioni storiche nelle tombe indicano che questi egizi potevano anche sedersi o stare in piedi nello svolgimento del proprio lavoro. La degenerazione nelle articolazioni della mandibola potrebbe derivare dall’uso dei denti per preparare strumenti di scrittura, mentre i cambiamenti degenerativi nel pollice destro potrebbero essere attribuiti a movimenti ripetuti per la scrittura. Questi risultati, commentano gli esperti, offrono preziose informazioni sulle conseguenze fisiche delle pratiche lavorative degli scribi nell’antico Egitto durante il terzo millennio avanti Cristo. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).