Gianmarco Pondrano d'Altavilla

ACEA, meno di un caricatore pubblico su sette nell’UE è a ricarica rapida

(14 Giugno 2024)

Roma – Tendenzialmente meno di un caricatore pubblico su sette in Europa è a ricarica rapida secondo quanto riportato dall’ Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA). Ci sono poco più di 630.000 punti di ricarica in tutta l’UE, ma i caricabatterie standard CA (corrente alternata) con capacità inferiori a 22 kilowatt (kW) costituiscono più di 6 caricabatterie su sette nell’UE. I caricabatterie rapidi CC (corrente continua) in grado di fornire più di 22 kW di elettricità rappresentano solo circa il 13,5 per cento del totale. I caricabatterie CA vengono utilizzati prevalentemente per applicazioni di ricarica più lente, rendendoli ideali per case, luoghi di lavoro e aree pubbliche come supermercati e strutture ricreative. I caricabatterie CC sono progettati appositamente per la ricarica rapida, spesso presenti lungo le autostrade e le principali autostrade, facilitando opzioni di ricarica rapida per i conducenti che intraprendono lunghi viaggi. La mancanza di una solida rete di infrastrutture di ricarica è un fattore ben noto che scoraggia gli acquirenti di veicoli dall’optare per modelli elettrici, un fenomeno comune noto come ansia da autonomia. “Se vogliamo convincere gli europei a passare ai veicoli elettrici, la ricarica dovrebbe essere semplice come lo è oggi il rifornimento di carburante”, ha affermato la direttrice generale di ACEA, Sigrid de Vries. “Le persone hanno bisogno di un facile accesso ai caricabatterie nel loro ambiente quotidiano e questi punti di ricarica dovrebbero essere rapidi e facili da usare, senza dover attendere in lunghe code”. Una fitta rete di caricabatterie rapidi pubblici è fondamentale per facilitare i viaggi a lunga distanza e mitigare l’ansia da autonomia, secondo l’ACEA. In particolare, avvantaggiano sostanzialmente le persone che potrebbero non essere in grado di permettersi o non avere accesso a strutture di ricarica private. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla