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Via al progetto FRAME per studiare variabilità della corrente atlantica

(7 Giugno 2024)

Roma – È iniziata dal porto di Amsterdam la spedizione numero 403 dell’International Ocean Discovery Program IODP (IODP Exp-403). A bordo della nave da perforazione scientifica JOIDES Resolution, Renata Giulia Lucchi, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS coordina, insieme a Kristen St. John della James Madison University, il progetto FRAME, Eastern Fram Strait Paleo-Archive. Obiettivo della spedizione è quello di ricostruire la variabilità della corrente calda oceanica Nord Atlantica e la sua influenza sui cambiamenti climatici e l’evoluzione della criosfera a partire dal tardo Miocene, 5.3 milioni di anni fa. Lo Stretto di Fram è l’unico passaggio oceanico profondo per le correnti marine che fluiscono tra il Nord Atlantico e l’Oceano Artico. La corrente calda Nord Atlantica, in particolare, scorre sul fondale marino lungo il lato orientale dello stretto di Fram e svolge un ruolo importante sui cambiamenti climatici sia regionali che a livello globale. Questa corrente influenza, ora come nel passato, la formazione e lo scioglimento delle calotte glaciali e del ghiaccio marino, nonché le correnti oceaniche nell’emisfero settentrionale e di conseguenza la stessa circolazione oceanica globale. “Lungo il margine occidentale delle Isole Svalbard sono stati accumulati, nel corso di milioni di anni, dei sedimenti che hanno dato origine a dei rilievi batimetrici noti ai geologi come “sediment drifts”, spiega Renata Giulia Lucchi, ricercatrice dell’OGS e coordinatrice dell’Exp-403, “Questi depositi sedimentari, sono stati generati e modellati dal trasporto della Corrente Nord Atlantica alimentata dall’apporto dell’attività biologica marina e dai sedimenti forniti dall’avanzata e dal ritiro della copertura glaciale che occupava le vicine Isole Svalbard e il Mare di Barents”, aggiunge. Per questo motivo, i sediment drifts costituiscono una sorta di archivio naturale che tiene traccia dei cambiamenti oceanografici e paleoclimatici avvenuti nel corso di milioni di anni. Il progetto FRAME mira a raccogliere campioni dai sediment drifts al fine estrarre informazioni sedimentologiche, bio-geochimiche, micropaleontologiche, paleomagnetiche e microbiologiche, con cui ricostruire la storia delle interazioni tra atmosfera, oceano e criosfera avvenute durante le passate transizioni climatiche, come l’inizio della glaciazione nell’emisfero settentrionale e i passati periodi di rapido riscaldamento, quando i livelli di anidride carbonica erano più elevati rispetto a oggi. “Durante il nostro viaggio verso Nord”, spiega Lucchi. “Prevediamo di perforare sei siti principali lungo il margine occidentale delle Isole Svalbard. La spedizione punta a recuperare campioni tardo miocenici siti fino a 738 metri sotto il fondale marino. I dati raccolti – continua – saranno utilizzati per la costruzione di modelli climatici realistici per effettuare proiezioni sulle future variazioni della temperatura e stabilità delle attuali calotte glaciali”. Il progetto FRAME è stato supportato dai dati geologici e geofisici acquisiti durante il progetto IRIDYA del Programma di Ricerche in Artico (PRA) durante la campagna artica della nave rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS. “Questa spedizione non rappresenta soltanto una grande opportunità per la comunità scientifica internazionale, ma è anche un importante riconoscimento al nostro Istituto di ricerca che è l’unico in Italia ad avere avuto dei coordinatori di ricerca in 3 spedizioni polari del programma internazionale di perforazione oceanica ODP/IODP (2 in Antartide e 1 in Artico)”, conclude Renata Giulia Lucchi.(30Science.com)

 

 

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