Valentina Di Paola

Grazie all’IA scoperte le differenze di genere nella struttura del cervello

(15 Maggio 2024)

Roma –  L’organizzazione della sostanza bianca a livello cellulare sembra essere differente per uomini e donne. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati della New York University Langone Health. Il team, guidato da Yvonne Lui, ha utilizzato uno strumento di intelligenza artificiale per analizzare le risonanze magnetiche di 471 uomini e 560 donne. È noto, spiegano gli esperti, che alcune malattie e condizioni cerebrali si manifestano in modo diverso in base al genere sessuale, per cui una comprensione dettagliata di come la biologia possa influenzare il cervello e la sua struttura è fondamentale per individuare strumenti diagnostici e trattamenti più efficaci. La maggior parte delle indagini condotte finora si basava sull’analisi di campioni di tessuto. In questo lavoro, invece, i ricercatori hanno utilizzato l’apprendimento automatico per esaminare in modo accurato migliaia di scansioni cerebrali dei partecipanti. L’intelligenza artificiale, riportano gli autori, sembrava in grado di distinguere chiaramente gli organi cerebrali maschili e femminili sulla base dei modelli di struttura e complessità invisibili all’occhio umano. Il modello mostrava un’efficacia variabile tra il 92 e il 98 per cento. I risultati sono stati convalidati da tre diversi programmi di intelligenza artificiale. “Il nostro lavoro – osserva Lui – fornisce un quadro più chiaro della struttura cerebrale. Queste informazioni possono contribuire all’indagine approfondita sui disturbi psichiatrici e neurologici, senza essere condizionate da potenziali bias umani”. “Questi dati – conclude Junbo Chen, altra firma dell’articolo – si aggiungono al corpus di prove che sottolineano l’importanza di considerare le differenze di genere in merito all’analisi delle malattie cerebrali. Nei prossimi step, sarà importante esplorare lo sviluppo delle differenze della struttura cerebrale legate al genere sessuale, per comprendere meglio i fattori ambientali, ormonali e sociali che potrebbero svolgere un ruolo in questi cambiamenti”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).