Roma – Gli eventi meteorologici estremi dovuti al cambiamento climatico potrebbero influenzare negativamente la salute delle persone con patologie cerebrali. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Neurology, condotto dagli scienziati dell’University College di Londra. Il team, guidato da Sanjay Sisodiya, ha valutato 332 ricerche precedenti pubblicati in tutto il mondo tra il 1968 e il 2023. Il corpus di analisi considerava in totale 19 diverse condizioni del sistema nervoso, scelte sulla base dello studio Global Burden of Disease 2016, tra cui ictus, emicrania, morbo di Alzheimer, meningite, epilessia e sclerosi multipla. “Esistono prove evidenti di un impatto del clima su alcune condizioni cerebrali – osserva Sisodiya – le temperature estreme, le ondate di calore e di freddo e l’escursione termica durante la giornata possono infatti avere un effetto importante sulla salute del cervello”. Ad esempio, spiega il gruppo di ricerca, le temperature più elevate durante la notte possono disturbare il sonno, strettamente correlato alle condizioni cerebrali. Le persone affette da demenza sono inoltre particolarmente vulnerabili ai danni associati alle temperature estreme. “I ricoveri ospedalieri e il rischio di mortalità per molti disturbi di salute mentale sono correlati alle fluttuazioni di temperatura – aggiunge Sisodiya – il nostro lavoro evidenzia l’importanza di mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Il concetto di ansia climatica rappresenta un fattore importante da tenere in considerazione nella pianificazione di strategie di intervento mirato. Diverse condizioni cerebrali potrebbero peggiorare nei prossimi anni, ma possiamo e dobbiamo intervenire ora per ridurre il carico di effetti negativi”. (30science.com)
Valentina Di Paola
Il cambiamento climatico potrebbe aggravare le condizioni cerebrali
(16 Maggio 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).