Valentina Di Paola

Gli elefanti africani si salutano in modo diverso se l’interlocutore li guarda o meno

(9 Maggio 2024)

Roma – Gli elefanti africani, scientificamente noti come Loxodonta africana, possono cambiare il rituale con cui si salutano in base al comportamento del proprio interlocutore, se l’altro elefante sta guardando o se devono richiamarne l’attenzione. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Biology, condotto dagli scienziati dell’Università di Vienna. Il team, guidato da Vesta Eleuteri e Angela Stoeger, ha analizzato 89 interazioni avvenute tra gli esemplari della savana africana semi-in cattività che vivono nella riserva di Jafuta, Zimbabwe.

Le osservazioni, che comprendevano 1.014 azioni fisiche e 268 vocalizzazioni. Precedenti ricerche avevano suggerito che gli elefanti possono salutarsi emettendo suoni o barriti, oppure sbattendo le orecchie, agitando la proboscide o toccandosi a vicenda. Questi comportamenti, precisano gli autori, possono favorire il riconoscimento individuale e il legame sociale, ma finora non era chiaro quanto tali azioni fossero intenzionalmente utilizzati per comunicare con i propri simili. Nell’ambito del lavoro, gli autori hanno scoperto che gli animali si salutavano tra loro con combinazioni specifiche di vocalizzazioni e gesti.

I barriti accompagnati dal movimento delle orecchie erano la forma di saluto più comune, specialmente tra gli esemplari femminili. I ricercatori suggeriscono inoltre che le secrezioni corporali, presenti nel 71 per cento delle interazioni, potrebbero svolgere un ruolo centrale nell’individuazione sociale attraverso il coinvolgimento dell’olfatto. Allo stesso tempo, riportano gli esperti, i gesti visivi erano più frequenti quando l’interlocutore stava osservando, mentre i comportamenti rumorosi, come il movimento delle orecchie o le vocalizzazioni, venivano prodotti per richiamare l’attenzione dell’altro esemplare. Questi risultati, commentano gli studiosi, suggeriscono che gli elefanti si salutano combinando azioni e suoni, decidendo intenzionalmente di adeguare la propria comunicazione in base al contesto. Sono state segnalate abilità simili negli scimpanzé e in altri primati. Gli scienziati concludono che tali capacità potrebbero essersi evolute in modo indipendente nelle specie, per mediare le interazioni sociali. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).