Roma – Si chiama “Margherita delle stelle”, il nuovo film per la TV, andato in onda in prima visione su Rai 1, che racconta gli anni meno noti della vita dell’astrofisica Margherita Hack, che oltre ad aver ottenuto molteplici riconoscimenti internazionali, è stata la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio di astrofisica, quello di Trieste. Inserito nel quadro del ciclo dedicato alle grandi figure femminili che hanno fatto la storia, modificando la cultura e la società italiana, il lungometraggio si concentra sulla figura indipendente e anticonformista della Hack. A farne le spese è però la sua la sua vivace vita scientifica. “Margherita delle stelle”, sceneggiato da Monica Zapelli con Federico Taddia, traccia un excursus che va dalla prima infanzia, all’adolescenza, in cui la giovane Hack vive in contesto famigliare paritario e anticonformista che le consente di emanciparsi da ogni forma di pregiudizio, ponendosi al di fuori degli schemi imposti dalla società, primi fra tutti quelli dell’ideologia fascista, sino giungere all’età adulta. Anche se donna, se cresciuta durante il Fascismo, la Hack riesce a fare scienziata, scalando le vette del mondo scientifico, puntando sempre più in alto, fino a divenire lei stessa una delle stelle che tanto amava guardare. Il lungometraggio di Giulio Base, dedicato alla vita dell’astrofisica fiorentina trae ispirazione dal romanzo autobiografico “Nove vite come i gatti”, che la Hack scrisse al compimento dei suoi novant’anni assieme a Taddia. L’idea per il film prende forma nel giugno 2022, in occasione dei cent’anni dalla nascita dell’astrofisica. In “Margherita delle stelle” è chiara volontà di mettere al centro l’evoluzione personale della protagonista, piuttosto che delinearne la carriera scientifica. L’intento è espresso dichiaratamente anche nel titolo, che pone l’attenzione sul nome e non sul cognome dell’astrofisica. Nonostante l’idea di raccontare la storia della scienziata attraverso un racconto di formazione risulti apprezzabile, il film si adatta presto a una narrazione tradizionale, che si dimostra incapace di conferire la giusta profondità agli eventi e ai personaggi. La velocità in cui si susseguono gli eventi, dall’infanzia a Firenze, la scuola, la Guerra, la Liberazione, l’amore per Aldo, l’uomo che l’accompagnerà per tutta la vita, sino alla direzione dell’osservatorio di Trieste e un finale sbrigativo non permettono allo spettatore di entrare in empatia con i personaggi. Anche le interpretazioni degli attori non sempre conferiscono veridicità al racconto. L’idea di un intimo racconto di formazione che avvicini la scienziata al grande pubblico è interessante, ma rimane intrappolata nei canoni tipici del film biografico e nei paradigmi classici delle fiction televisive. Cento minuti sono davvero troppo pochi per racchiudere l’intera vita di una scienziata e donna che ha fatto la differenza.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
“Margherita delle stelle”, il film sulla vita dell’astrofisica Margherita Hack
(14 Marzo 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.