Lucrezia Parpaglioni

Vaccino contro la TB si rivela efficace nei bovini e ne evita la diffusione

(29 Marzo 2024)

Roma – La vaccinazione contro la tubercolosi non solo riduce l’aggravarsi della malattia nei bovini infetti, ma ne limita anche la diffusione nelle mandrie da latte dell’89%. A dimostrarlo una ricerca, condotta dall’Università di Cambridge e dalla Penn State University, pubblicata oggi sulla rivista Science. Lo studio migliora le prospettive di eliminazione e controllo della tubercolosi bovina, o TB, una malattia infettiva che colpisce i bovini e comporta ingenti costi economici e impatti sulla salute mondiale. I risultati sono i primi a fornire prove che i bovini infettati dalla tubercolosi, grazie al vaccino vaccino Bacillus Calmette-Guérin, o BCG, sono meno infettivi per gli altri bovini. Questo notevole effetto indiretto del vaccino, oltre al suo effetto protettivo diretto, non era mai stato misurato prima. Si stima che la diffusione dell’infezione dal bestiame sia responsabile di circa il 10% dei casi di tubercolosi umana. Mentre le infezioni da tubercolosi zoonotica, o zTB, sono più comunemente associate a infezioni gastrointestinali legate all’assunzione di latte contaminato, la zTB può anche causare infezioni polmonari croniche nell’uomo.

La tubercolosi bovina è una malattia infettiva del bestiame che comporta grandi costi economici e ripercussioni sulla salute in tutto il mondo.
CREDITO
Jacqueline Garget

10.1126/science.adl3962

La malattia polmonare causata dalla zTB può essere difficile da distinguere dalla tubercolosi normale; inoltre, il suo trattamento richiede maggiori sforzi rispetto alla tubercolosi umana a causa della resistenza naturale agli antibiotici dei batteri del bestiame. La tubercolosi rimane endemica in molti Paesi del mondo, tra cui Europa e Americhe, dove il suo controllo costa agli allevatori e ai contribuenti centinaia di milioni di dollari ogni anno. Nello studio, condotto in Etiopia, i ricercatori hanno esaminato la capacità del vaccino BCG di proteggere direttamente i bovini che lo ricevono e indirettamente i bovini vaccinati e non vaccinati, riducendo la trasmissione della TBC. Gli animali vaccinati e non vaccinati sono stati messi in recinti con animali naturalmente infetti, in un nuovo disegno di ricerca seguito per due anni. “Il nostro studio ha rilevato che la vaccinazione con BCG riduce la trasmissione della TBC nei bovini di quasi il 90%”, ha detto Andrew Conlan, professore associato di epidemiologia presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Cambridge e autore corrispondente dello studio. “Le vacche vaccinate hanno anche sviluppato un numero significativamente inferiore di segni visibili di TBC, rispetto a quelle non vaccinate”, ha continuato Conlan. “Questo suggerisce che la vaccinazione non solo riduce la progressione della malattia ma che, se gli animali vaccinati si infettano, sono sostanzialmente meno contagiosi per gli altri”, ha sottolineato Conlan. Utilizzando i dati di censimento e movimento del bestiame in Etiopia, il gruppo di ricerca ha sviluppato un modello di trasmissione per esplorare il potenziale della vaccinazione di routine nel controllare la tubercolosi bovina. “I risultati del modello suggeriscono che la vaccinazione dei vitelli nel settore lattiero-caseario dell’Etiopia potrebbe ridurre il numero di riproduzione del batterio ‘l’R0’ al di sotto di 1, arrestando il previsto aumento dell’onere della malattia e ponendo gli allevamenti sulla strada dell’eliminazione della TBC”, ha dichiarato Conlan. L’équipe ha concentrato i propri studi sull’Etiopia, un Paese con la più grande mandria di bovini dell’Africa e un settore lattiero-caseario in rapida crescita, con casi in aumento di tubercolosi bovina e nessun programma di controllo in corso. “La tubercolosi bovina è largamente incontrollata nei Paesi a basso e medio reddito, compresa l’Etiopia”, ha affermato Abebe Fromsa, professore associato di agricoltura e medicina veterinaria presso l’Università di Addis Abeba in Etiopia e coautore dello studio. “La vaccinazione del bestiame ha il potenziale per fornire benefici significativi in queste regioni”, ha proseguito Fromsa. “Per oltre cento anni, i programmi di eliminazione della tubercolosi bovina si sono basati su test intensivi e sull’abbattimento degli animali infetti”, ha spiegato Vivek Kapur, professore di microbiologia e malattie infettive e Huck Distinguished Chair in Global Health alla Penn State e autore corrispondente dello studio. “Questo approccio non è attuabile in molte parti del mondo per ragioni economiche e sociali, e comporta una notevole sofferenza per gli animali e perdite economiche per la riduzione della produttività, oltre a un maggiore rischio di diffusione dell’infezione all’uomo”, ha evidenziato Kapur. “Vaccinando i bovini, speriamo di poter proteggere sia i bovini che gli esseri umani dalle conseguenze di questa malattia devastante”, ha aggiunto Kapur. James Wood, Alborada Professor of Equine and Farm Animal Science presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Cambridge, ha osservato che, nonostante la TBC sia più diffusa nei Paesi a basso reddito, anche il Regno Unito, l’Irlanda e la Nuova Zelanda subiscono notevoli pressioni economiche a causa della malattia, che continua a persistere nonostante gli intensi e costosi programmi di controllo. “Per oltre vent’anni – ha precisato Wood – il governo britannico ha riposto le sue speranze nella vaccinazione dei bovini contro la tubercolosi bovina come soluzione per ridurre la malattia e i conseguenti costi dei controlli”. “I risultati forniscono un importante supporto al beneficio epidemiologico che la vaccinazione dei bovini potrebbe avere per ridurre i tassi di trasmissione verso e all’interno degli allevamenti”, ha concluso Wood. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.