Valentina Di Paola

Nuovo metodo per valutare l’origine dell’inquinamento in acqua

(29 Marzo 2024)

Roma – L’analisi completa della qualità dell’acqua con un approccio innovativo potrebbe contribuire a identificare le fonti di inquinamento idrico, anticipandone e prevenendone gli effetti negativi. A compiere un passo significativo in questa direzione uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge e dell’Università di Trent. Il team, guidato da Jérémy Fonvielle, ha utilizzato la spettrometria di massa per ricostruire i percorsi degli inquinanti e comprenderne gli impatti sulle riserve idriche. Microplastiche derivanti da pneumatici, pesticidi provenienti dai campi, tossine rilasciate da fioriture algali dannose sono solo alcune delle sostanze chimiche organiche che possono essere rilevate nei bacini idrici. Individuare l’origine di questi inquinanti, sostengono gli autori, potrebbe favorire la definizione di strategie di prevenzione mirata. Il gruppo di ricerca ha analizzato campioni raccolti dai fiumi e dai laghi in tutta Europa e nel Canada settentrionale.

Per capire cosa guida la chemiodiversità, il team ha esaminato gli studi sulla materia organica disciolta in campioni di acqua dolce provenienti da fiumi e laghi in tutta Europa e nel Canada settentrionale.
CREDITO
Jeremy Fonvielle/Università di Cambridge

L’insieme di composti organici disciolti, o chemodiversità, può contribuire alla salute degli ecosistemi, ma anche causarne il degrado, a seconda delle molecole presenti. “Gli approcci tradizionali al monitoraggio della qualità dell’acqua – osserva Fonvielle – implicano l’esecuzione di numerose misurazioni diverse con molti dispositivi, il che richiede molto tempo. La nostra tecnica è un modo semplice per ottenere una panoramica completa di ciò che sta accadendo in un particolare fiume o lago. I risultati sono disponibili in circa un’ora”. L’analisi del lago Erie, in Canada, ad esempio, ha mostrato livelli elevati di inquinamento da fosforo. Osservando la composizione delle singole molecole nel campione di acqua, i ricercatori hanno identificato come fonte di questo inquinamento le attività agricole, piuttosto che gli effluenti delle acque reflue. “Con il nostro metodo – sottolinea Andrew Tanentzap della Trent University School of the Environment, coautore dell’articolo – possiamo valutare l’impronta molecolare unica di diverse fonti di inquinamento nell’acqua dolce per identificarne l’origine. La materia organica disciolta è una delle miscele più complesse sulla Terra, influenza molti processi nei fiumi e nei laghi, come il ciclo dei nutrienti, lo stoccaggio del carbonio, l’assorbimento della luce e le interazioni della rete alimentare”. La tecnica proposta dal team verrà applicata all’analisi di campioni di acqua provenienti dai canali di drenaggio dei terreni agricoli nelle Fens, una regione paludosa naturale nell’Inghilterra orientale, per comprendere la salute dell’acqua dolce in questo paesaggio. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).