Valentina Di Paola

I cani possono rilevare lo stress dal nostro respiro

(29 Marzo 2024)

Roma – I migliori amici dell’uomo potrebbero imparare facilmente a riconoscere i primi segnali di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) dal respiro. Lo dimostra uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Allergy, condotto dagli scienziati della Dalhousie University. Il team, guidato da Laura Kiiroja, Sherry Stewart e Simon Gadbois, ha reclutato 26 partecipanti già arruolati per un lavoro sul disturbo da stress post-traumatico. I sensibilissimi nasi dei cani, spiegano gli esperti, sono già considerati un valido aiuto in diversi ambiti, perché riescono a rilevare i primi segnali di allarme di situazioni potenzialmente pericolose. “Molti animali – afferma Kiiroja – sono già addestrati per assistere le persone durante episodi di disagio. Attualmente, però, i cani possono rispondere a segnali comportamentali e fisici. Il nostro lavoro dimostra che per alcuni esemplari è possibile riconoscere la PTSD anche dal solo respiro”. Il disturbo da stress post-traumatico può essere collegato a una serie di conseguenze negative per la salute. Riconoscere la sindrome in una fase iniziale potrebbe rendere gli interventi più tempestivi e quindi più efficaci. Tutti gli esseri umani hanno un “profilo olfattivo” di composti organici volatili (COV), un insieme di molecole emesse dal corpo in secrezioni come il sudore. Questo aroma dipende da fattori genetici, ma anche comportamentali e biologici, nonché dalle condizioni di salute. Nell’ambito di questo lavoro, i ricercatori hanno raccolto i profili olfattivi e il respiro dei partecipanti, il 54 per cento dei quali soffriva di PTSD. I volontari sono stati poi sottoposti a un test per misurare i livelli di stress e l’emotività. Sono stati coinvolti 25 cani da compagnia, che sono stati addestrati al rilevamento degli odori. Solo due animali, Ivy e Callie, hanno completato il training, fino a riconoscere i segnali di stress con una precisione del 90 per cento. “Sebbene entrambi i cani riuscissero con successo a individuare lo stress – commenta Kiiroja – sembravano avere un’idea leggermente diversa di quello che consideravano un campione di respiro stressato. In particolare, Ivy era più sensibile all’ansia, mentre Callie alla vergogna. Sarà interessante valutare queste distinzioni in futuro nei prossimi approfondimenti. Ad ogni modo, sarà necessario eseguire esperimenti con campioni più ampi, non solo arruolando più partecipanti, ma anche raccogliendo un numero maggiore di eventi stressanti per confermare la capacità dei cani di rilevare in modo affidabile i COV dello stress nel respiro associato a diversi contesti”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).