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Spazio, tutti gli esperimenti ASI sulla Stazione Spaziale

(17 Gennaio 2024)

Roma – (SCHEDA) La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) non era ancora nata, ma l’Italia firmava già i primi accordi con la NASA per la sua costruzione e sfruttamento. Era il 1997 quando ASI e NASA sottoscrivevano il Memorandum of Understanding (MoU) per la fornitura di moduli pressurizzati destinati alla costruzione della ISS. In base a questo Memorandum, l’Agenzia ha ottenuto un accesso privilegiato allo sfruttamento scientifico
della casa orbitante degli astronauti. Con il Memorandum l’ASI otteneva in cambio della fornitura di tre moduli MPLM (uno dei quali è diventato nel 2011 il PMM, ovvero modulo permanente della ISS), tra le altre cose, voli supplementari di astronauti italiani per missioni di breve e lunga durata e lo  sfruttamento delle risorse di bordo della Stazione Spaziale (lo 0,85% delle risorse NASA, che corrisponde allo 0,6% delle risorse complessive di stazione), vale a dire la possibilità di effettuare esperimenti scientifici. Queste risorse sono distribuite percentualmente tra i partner internazionali secondo il loro
contributo economico al programma. Dall’inizio del programma Stazione Spaziale fino ad oggi, esclusa la missione AX-3, sulla base delle risorse disponibili determinate dal MoU, l’ASI ha condotto 77 esperimenti. La maggior parte di questi sono esperimenti di biologia e biotecnologia (44) e di fisiologia umana (16), a cui si aggiungono quelli di sviluppo tecnologico (11), physical science (2), educational (3). Con la missione AX-3 l’Italia conferma nuovamente il suo ruolo incrementando di 6 esperimenti in totale (3 di biologia e biotecnologia, 2 fisiologia umana e 1 di sviluppo tecnologia) e portando
complessivamente a 83 il numero delle attività di ricerca e sviluppo italiane svolte in questi 25 anni di vita operativa della ISS. La missione AX-3 porterà a 8 il numero degli astronauti italiani in 14 missioni differenti.

Per la missione Ax-3, l’ASI, Agenzia Spaziale Italiana ha predisposto quattro esperimenti scientifici che verranno eseguiti sulla ISS. Alcuni di questi rappresentano lo sviluppo e l’incremento di esperimenti già presenti a bordo dalla Stazione mentre altri verranno condotti a terra su campioni biologici prelevati agli astronauti prima e dopo il volo: Beta-Amyloid Aggregation e Prometeo II contribuiscono al progresso della conoscenza sulle malattie neurodegenerative, quali il morbo di Alzheimer, che sono di fondamentale importanza per la messa a punto di nuove terapie per le patologie legate all’invecchiamento sulla Terra. In particolare, βeta-Amyloid Aggregation è orientato allo studio dei meccanismi alla base dell’insorgenza delle malattie neurodegenerative. Light Ion Detector for ALTEA, Anomalous Long-Term Effects on Astronauts (LIDAL) affronta un aspetto critico dell’esplorazione umana dello spazio, ovvero l’esposizione all’ambiente radiativo spaziale, dannoso per uomini e materiali. LIDAL è un sistema innovativo di rivelazione delle radiazioni cosmiche che, per la prima volta, consentirà agli astronauti di ottenere una valutazione in tempo reale del rischio legato all’esposizione alla radiazione cosmica e allo space weather, durante la permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Ovarian Research In microgravity cONditions (ORION) è finalizzato allo studio della fertilità femminile, in particolare sulla funzionalità ovarica in
microgravità. Le informazioni scientifiche ottenute contribuiranno a migliorare l’efficacia dei trattamenti per la fertilità sulla Terra.

PROtection MEdiated by antioxidant nanoTEchnOlogy against neuronal damage in space II (PROMETEO II) si focalizza sullo studio di potenziali contromisure per lo stress ossidativo indotto dall’ambiente spaziale sul sistema nervoso.

AstRNAuts mira a identificare firme molecolari che possano essere utilizzate dagli astronauti per il monitoraggio autonomo del proprio stato di salute durante il volo spaziale. Il progetto è di grande interesse scientifico perché può portare allo sviluppo di dispositivi point-of-care, utilizzabili anche sulla Terra, per la diagnosi e la prognosi non invasiva di malattie.

NUT studia l’alterazione di specifici marcatori molecolari indotta dallo stress legato alle missioni spaziali di breve durata e le confronterà con gli effetti osservati nelle missioni a bordo di sottomarini. Il confronto fra i diversi dati ottenuti permetterà di discriminare gli effetti indotti dalla microgravità e dai raggi cosmici da quelli causati dal confinamento, dall'isolamento e dallo stress psicofisico.(30Science.com)

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