Gianmarco Pondrano d'Altavilla

H1N1, Icardi (UniGe), casi gravi dovuti a forte diffusione ma nessun allarmismo

(10 Gennaio 2024)

Roma – “Il virus H1N1 quest’anno, circolando molto, ovviamente provoca anche un aumentato numero di questi casi che vanno a finire in terapia intensiva” così Giancarlo Icardi, Direttore del Dipartimento Scienze Salute presso l’Università di Genova e Direttore UO Igiene presso il Policlinico San Martino, Genova. Il ceppo influenzale H1N1 sta facendo molto parlare di sé nelle ultime ore, ma in realtà gli allarmismi spiega il prof. Icardi vanno ridimensionati e riportati ai dati. In primo luogo, fra i virus influenzali in circolazione in questa stagione, l’H1N1 rappresenta in effetti “la quasi totalità dei casi” spiega il prof. Icardi che aggiunge che questo virus altro non è che una “evoluzione filogenetica, una sorta di pronipote o comunque nipote alla lontana di quello che noi definivamo influenza suina. Il ceppo originale è quello dell’influenza pandemica del 2009”. Detto questo però va considerato, aggiunge Icardi, “ che quando parliamo di una sindrome come quella influenzale che colpisce circa il 10 per cento della popolazione nella stagione, abbiamo un elevatissimo numero di casi. Quest’anno l’incidenza è ancora maggiore rispetto a tutto quello che avevamo osservato negli anni precedenti da quando c’è la valutazione dei casi di sindromi simil-influenzali in Italia” ma questo è motivato “sicuramente dall’aumentata sorveglianza che abbiamo nei confronti delle sindromi simil-influenzali e in più l’elemento Sars-Cov-2, cioè il virus che provoca il COVID, perché sappiamo che ai casi che già normalmente avevamo in era pre COVID, si sono aggiunti anche questi casi da Sars-Cov-2 e quindi ecco perché abbiamo queste incidenze estremamente elevate”. Va aggiunto che la guardia è molto alta e che dal 2009-2010 è stata istituita una apposita sorveglianza per i casi gravi da sindromi influenzali: “Quelli che sono definiti casi gravi di influenza – spiega ancora Icardi – o se si preferisce forme gravi e complicate nonché decessi da virus influenzale sono sottoposti a un tipo di sorveglianza che è stata istituita in Italia nel 2009-2010 e sta proseguendo anche in questa stagione influenzale 2023-2024. Questa sorveglianza presuppone che per tutti i casi gravi, quelli che definiamo SARI cioè infezioni gravi respiratorie acute ricoverate in terapia intensiva o quelli che definiamo ARDS cioè sindromi da distress respiratorio acute sempre ricoverate in terapia intensiva, venga eseguita la ricerca del microorganismo che li ha provocati”. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla