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FBK: la realtà virtuale cambia le emozioni nei pazienti anziani

(29 Gennaio 2024)

Roma – La realtà virtuale, in particolare l’immersione in un ambiente “naturale” e distensivo grazie ad un visore 3D, era sicura e aveva avuto un impatto sulla promozione dello stato di rilassamento e di emozioni positive. Sono queste le principali conclusioni dello studio “Utilizzo di ambienti personalizzati virtuali in persone con deterioramento cognitivo” pubblicato sulla rivista internazionale ad alto fattore d’impatto “Scientific Reports – Nature” e condotto dalla ricercatrice FBK Susanna Pardini, nell’ambito delle attività di TrentinoSalute4.0.

I risultati dell’indagine, che ha coinvolto lo scorso anno 23 anziani ospiti della APSP “Margherita Grazioli” di Povo (Trento), hanno evidenziato che la realtà virtuale, in particolare l’immersione in un ambiente “naturale” e distensivo grazie ad un visore 3D, era sicura e aveva avuto un impatto sulla promozione dello stato di rilassamento e di emozioni positive. L’autrice del paper scientifico Susanna Pardini, dell’Università di Padova, ha intanto terminato il suo dottorato nell’Unità di ricerca Digital Health Research (dHRes) del Centro per la Salute Digitale e il Benessere della Fondazione Bruno Kessler. Ma si prepara ad intraprendere una nuova analisi: “Abbiamo indagato – racconta Pardini – se far provare la realtà virtuale agli anziani con deterioramento cognitivo poteva causare effetti avversi associati all’utilizzo del visore 3D e se questa procedura sperimentale poteva meritare successive indagini più rigorose, in termini di valutazione dell’efficacia clinica e statistica. Il nostro studio ha dato risultati soddisfacenti e confermato quanto messo in rilievo da ricerche precedenti. Quindi, sulla base della letteratura e dei dati positivi emersi, abbiamo strutturato un nuovo protocollo di indagine, che dovrà essere a breve valutato dal Comitato Etico dell’Azienda sanitaria provinciale. Questa volta cercheremo di indagare il ruolo dell’utilizzo degli ambienti virtuali in comportamenti tipici delle persone con demenza, sulla gestione dei “responsive behaviour”, come il “wandering”, i comportamenti “aggressivi” o altri comportamenti di attivazione che le persone con demenza possono manifestare verbalmente o con azioni fisiche in talune circostanze durante attività non gradite alla persona (per esempio quando mangiano, o altre attività quotidiane)”.

“Questo tipo di studi” – spiega Oscar Mayora, responsabile dell’Unità di ricerca dHRes di FBK – potrebbero in futuro diventare una terapia digitale. In FBK stiamo esplorando la potenzialità della realtà virtuale in sanità, anche in altri contesti, come le cure palliative, la terapia del dolore e le terapie per l’autismo, dove abbiamo già avviato alcuni progetti specifici”.

L’attività di ricerca di Susanna Pardini si inserisce nelle azioni previste da TrentinoSalute4.0, centro di competenza per lo sviluppo della sanità digitale, costituito dalla PAT con l’APSS e la FBK (attraverso il suo centro dedicato alla Digital health and wellbeing), che puntano allo sviluppo di una Sanità 4.0 coinvolgendo i professionisti del settore, le persone e il territorio in un “laboratorio congiunto” dove sperimentare le opportunità offerte dalla ricerca e dalle nuove tecnologie digitali.(30Science.com)

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