Roma– Un interferometro laser ad anello, ha fornito, per la prima volta, la misurazione del tasso di rotazione terrestre nell’arco di una giornata intera. Lo dimostra uno studio dell’Università tecnica di Monaco, in Germania, pubblicato su Nature Photonics. L’interferometro è uno strumento per il rilevamento di distanze, basato sulle proprietà di interferenza delle onde luminose. In astronomia gli interferometri vengono usati per misurare il diametro dei pianeti, la distanza tra stelle doppie e i diametri stellari. laser è in grado di rilevare minime variazioni nella durata di un giorno, con una precisione di pochi millisecondi, dovute a cambiamenti nella rotazione terrestre. La durata di un giorno sulla Terra non è costante. La rotazione terrestre è influenzata dall’attrazione combinata del Sole e della Luna, oltre che dalle correnti oceaniche e dai modelli di circolazione dei venti che provocano piccoli cambiamenti nell’orientamento della Terra nello spazio. In genere, la misurazione di questi effetti richiede tecniche complesse che utilizzano dati provenienti da radiotelescopi sparsi in tutto il mondo o segnali trasmessi da più satelliti in orbita intorno alla Terra. Ulrich Schreiber dell’Università tecnica di Monaco e colleghi attraverso l’impiego di un interferometro laser sono riusciti, per la prima volta, a tracciare le variazioni terrestri nella durata di un giorno. L’ interferometro è costituito da una cavità lunga 16 metri in cui due fasci laser viaggiano in direzioni opposte. L’interazione di questi fasci produce modelli di interferenza distintivi, un fenomeno tipico dei fasci laser. La rotazione della Terra e le fluttuazioni nello spazio fanno sì che la distanza percorsa dalla luce, in direzioni opposte all’interno della cavità, diventi ineguale e influisca sul modello di interferenza. Monitorando, nel tempo, la sovrapposizione dei fasci di luce, ovvero l’interferenza, gli autori sono riusciti a ottenere una stima delle variazioni, ogni tre ore al giorno, con una precisione di pochi millisecondi nell’arco di quattro mesi. La tecnica descritta dai ricercatori è innovativa, in quanto in contrasto con i metodi esistenti che sono in grado di rilevare solo una singola misurazione al giorno. Secondo gli autori, i loro risultati offrono una soluzione alternativa per misurare le sottili variazioni del nostro pianeta, nella lunghezza del giorno. La ricerca può favorire la comprensione e arricchire i modelli geofisici con informazioni sui fenomeni terrestri. (30Science.com) Lucrezia Parpaglioni