Roma – Il trattamento con la luce brillante migliora il sonno nei topi stressati. A dimostrarlo uno studio dell’Università di Jinan, in Cina, pubblicato sulla rivista open access, PLOS Biology. Lo stress cronico è associato a disturbi del sonno. Nel loro nuovo studio, Lu Huang, assieme ai suoi colleghi dell’Università di Jinan, ha identificato il percorso neurale alla base di questo comportamento e, allo stesso tempo, ha spiegato come il trattamento con la luce brillante sia in grado di contrastarlo. La ricerca è stata condotta su topi e ha individuato un percorso in tre fasi che passa attraverso una parte del cervello, chiamata habenula laterale, che regola il sonno non-REM nello stress cronico. È noto che il trattamento con la luce solare migliori il sonno in chi soffre di disturbi del sonno, ma non si sapeva come e se funzionasse nei casi di disturbi del sonno indotti dallo stress. I ricercatori hanno ipotizzato che l’habenula laterale fosse profondamente coinvolta in questo fenomeno, in quanto riceve i segnali luminosi dagli occhi e può influenzare altre parti del cervello che regolano il sonno. Per verificare questa teoria e caratterizzare completamente il percorso neurale, il gruppo di ricercatori ha eseguito una serie di studi chemiogenetici e optogenetici in un modello murino di stress cronico, che presentava anch’esso un sonno irregolare. In particolare, lo stress cronico portava a una quantità di sonno non-REM superiore al normale, che poteva essere eliminata con un trattamento con luce luminosa. Come ipotizzato, l’habenula laterale ha influenzato gli effetti dello stress sul sonno. La sua inibizione chemiogenetica nei topi stressati ha impedito la produzione di un’insolita quantità di sonno non-REM e, al contrario, la sua attivazione cronica nei topi non stressati ha portato a un aumento del sonno non-REM. Poi, attivando separatamente i neuroni habenulari, che inviano segnali a diverse regioni del cervello, i ricercatori sono riusciti a identificare la critica connessione tra l’habenula e il nucleo tegmentale rostromediale. Attivando solo questi neuroni hanno imitato gli effetti dello stress sul sonno, mentre inibendoli, nei topi stressati, hanno riprodotto gli effetti del trattamento con luce intensa. Infine, gli scienziati hanno dimostrato che i neuroni sensibili alla luce nel nucleo genicolato laterale inibiscono naturalmente i neuroni habenula-RMT; il che spiega perché il trattamento con la luce brillante può ridurre le anomalie indotte dallo stress nel sonno non-REM. Capire come funziona il trattamento con la luce brillante può aiutare a mettere a punto trattamenti ottimali con la luce e forse interventi farmacologici mirati a questa via. “È stato identificato un meccanismo di circuito che spiega gli effetti del trattamento con luce brillante sui disturbi del sonno indotti dallo stress cronico nei topi”, ha aggiunto Chaoran Ren, coautore dello studio. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Il trattamento con la luce brillante migliora il sonno nei topi stressati
(11 Settembre 2023)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.