Dracula lacrimava sangue e non mangiava carne

5 Set, 2023
30Science.com
Mediaone

Roma – “Una malattia rara potrebbe aver dato origine del mito del conte Dracula”, lo ha detto a 30Science.com Vincenzo Cunsolo, del Laboratorio di Spettrometria di Massa Organica del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Catania, autore e coordinatore dello studio, pubblicato sulla rivista Analytical Chemistry, a commento dei risultati emersi dall’analisi scientifica di alcune lettere scritte a mano dal principe Vlad III, colui che ha ispirato la storia del conte Dracula . “Vlad l’Impalatore, il cruento principe rumeno del XV secolo, che ha ispirato la leggenda di Bram Stoker, personaggio immaginario conosciuto come il conte Dracula, probabilmente era affetto da molteplici processi infiammatori e da una rara patologia oculare oggi nota come “emolacria”, una condizione che porta a piangere lacrime di sangue e che potrebbe aver contribuito in parte alla sua misteriosa e cupa reputazione”, ha proseguito Cunsolo. “Oltre all’Università di Catania – ha precisato Cunsolo – hanno collaborato al lavoro, Pier Giorgio Righetti del Politecnico di Milano, Gleb Zilberstein e Svetlana Zilberstein della Spectrophon Ltd. in Israele e Arhire Tudor, custode di un Archivio governativo a Sibiu in Romania, dove sono conservate le tre lettere oggetto di studio”. “La metodica di campionamento usata è stata quella che va sotto l’acronimo di Eva, una tecnica non invasiva, costituita da uno speciale film plastico di etilene-vinil acetato, che applicato su qualsiasi tipo di superficie, in grado di estrarre proteine, peptidi e piccole molecole, senza danneggiare i documenti”, ha spiegato Cunsolo. “Tutto è partito dalla possibilità che Zilberstein e Zilberstein hanno avuto di visitare gli archivi della cittadina di Sibiu, in Romania”, ha raccontato Cunsolo. “Sapevamo che, in tali archivi, vi erano probabilità di trovare qualcosa inerente alla storia del conte Dracula”, ha aggiunto Cunsolo. “In effetti sono stati, poi, individuati questi documenti, lettere scritte di proprio pugno da Vlad l’Impalatore”, ha precisato Cunsolo. “In seguito a perizie calligrafiche, che ne hanno attestato l’autenticità, sono state selezionate tre lettere”, ha continuato Cunsolo. “Abbiamo svolto un lavoro untarget, ovvero senza sapere cosa cercare o cosa, nello specifico, avremmo trovato”, ha affermato Cunsolo. “Le proteine e i peptidi estratti da questi speciali film EVA, sono stati analizzati con la tecnica della spettrometria di massa; successivamente, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui peptidi e sulle proteine più antiche e più degradate, verosimilmente lasciate da Vlad III mentre scriveva tali documenti, e siamo stati in grado di ipotizzare le condizioni relative al suo stato di salute”, ha dichiarato Cunsolo. “Vi sono diverse storie che narrano il fatto che Vlad l’Impalatore piangeva lacrime di sangue”, ha detto Cunsolo. “Ai tempi non si conosceva questa rara patologia e vista la natura violenta del personaggio, è plausibile che tale peculiarità possa aver contribuito in parte alla sua misteriosa e cupa reputazione”, ha sottolineato Cunsolo. “Tuttavia – ha aggiunto Cunsolo – in Romania il personaggio, nonostante la sua nota brutalità, è tuttora percepito come un eroe, in quanto si batté per difendere il proprio popolo dagli Ottomani”. “Un limite della ricerca, dal punto di vista scientifico – ha precisato Cunsolo – è che i dati non possono essere ritenuti totalmente esaustivi, in quanto acquisiti in modo indiretto, tramite dei documenti. “L’ideale sarebbe stato poter svolgere delle analisi sui resti del suo corpo”, ha proseguito Cunsolo. “Nel complesso, i risultati riportati nel lavoro, che hanno permesso di aprire una finestra a livello molecolare, sulle condizioni ambientali del XV secolo, sono stati ottenuti grazie alle elevate prestazioni e alla sensibilità della spettrometria di massa ad alta risoluzione accoppiata alla tecnologia dei film EVA, metodo di campionamento noto per non contaminare o danneggiare i documenti oggetto di indagine”, ha sottolineato Cunsolo. In tal senso – ha concluso Cunsolo – ci auspichiamo che tale approccio metodologico possa essere applicato a molti altri casi di rilevanza storica allo scopo di far luce su altri importanti documenti e reperti del nostro passato”. Ma, non è tutto, un affascinante ossimoro sembra emergere dall’analisi delle lettere scritte a mano dal principe rumeno: sembra, infatti, che il sanguinario Vlad III fosse vegetariano, forse, anche vegano. Le evidenze scientifiche emerse dall’ esame delle lettere sembrano rivelare che Vlad era solito consumare solo pasti a base vegetale. Il gruppo di ricerca, nel maggio di quest’anno, esattamente centoventicinque anni dopo la pubblicazione di Dracula di Stoker, ha estratto tracce di sangue, sudore, impronte digitali e saliva da una lettera datata 4 agosto 1475 e destinata ai cittadini di Sibiu scritta da un uomo che nel testo si descrive come “principe delle regioni transalpine”. Egli informava gli abitanti della città che presto avrebbe vissuto nel loro villaggio. In calce, firmava il suo temuto nome, Vlad Dracula. Gli esperti hanno estratto dalle lettere sangue, sudore e saliva e hanno scoperto un dato insolito, ovvero l’assenza di proteine alimentari animali. “Nelle lettere si trovano solo proteine alimentari derivate da alimenti vegetali”, ha dichiarato al Times Gleb Zilberstein, coautore dello studio. Secondo Zilberstein, la decisione di adottare un’alimentazione a base vegetale potrebbe essere stata dettata da una necessità, piuttosto che da una volontà. “Nel XV secolo, l’Europa aveva un clima molto freddo e vi era una scarsa disponibilità di cibo”, ha detto Zilberstein. Per i bioarcheologi, gli aristocratici di tutta Europa avevano una dieta molto povera e spesso non mangiavano carne. (30Science.com)

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