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Ceste di vimini aiutavano a sopravvivere nelle caverne

(28 Settembre 2023)

Roma – Secondo nuovi reperti archeologici, rinvenuti da una squadra di ricerca internazionale, in una grotta ben conservata nel sud della Spagna, i cacciatori-raccoglitori e i primi agricoltori dell’Europa meridionale si dedicavano all’intricata tessitura di cesti con fibre vegetali e materiali organici. I risultati dello studio, promosso dall’ Associazione Americana Per Il Progresso Della Scienza, pubblicati su Science Advances, aprono una nuova finestra sulla diffusione delle pratiche e dell’artigianato a base vegetale tra le società preistoriche e documentano una delle prime e più variegate serie di calzature vegetali dell’Europa preistorica. Le informazioni su strumenti e mestieri basati su fibre e materiali vegetali sono limitate a causa della natura deperibile dei materiali. Ora, Francisco Martínez-Sevilla, dell’Universidad de Alcalá e colleghi hanno stilato un’analisi di manufatti preistorici a base vegetale, provenienti dalla Cueva de los Murciélagos, nota come Grotta dei pipistrelli, che si trova vicino alla città di Albuñol, nel sud della Spagna.

L’esistenza di questa grotta è stata provata, per la prima volta, nel XIX secolo, ma, gli archeologi hanno presto scoperto che il sito conteneva resti umani e vari manufatti, tra cui l’insieme più ben conservato di materiali in fibra, provenienti dall’Europa meridionale. Grazie alla datazione al radiocarbonio, alle tecniche di modellazione e all’analisi delle materie prime, Martínez-Sevilla e colleghi hanno potuto definire la composizione e l’età di 76 cesti deperibili, oggetti in legno e sandali. I ricercatori hanno rilevato che questi oggetti erano fatti di erba sparto e che risalivano a due fasi distinte, una intorno al 7500 e l’atra intorno al 4200 a.C.. I manufatti più vecchi erano utilizzati dai cacciatori-raccoglitori del Mesolitico, quelli più recenti dagli agricoltori del Neolitico. Gli abitanti della grotta sembravano impiegare due tecniche principali di tessitura di cesti, una che riguardava la produzione di stuoie bidimensionali o contenitori tridimensionali, l’altra, la realizzazione di due tipi di sandali, che costituivano una parte importante dell’inventario. Lo studio ha, inoltre, mostrato che i contenitori del Neolitico erano più variegati per forma e dimensione rispetto alle loro controparti mesolitiche ed erano in gran parte frammentati, suggerendo che i loro creatori li usavano per una più ampia gamma di compiti. “La tecnologia e la finitura di questi cesti e utensili, provenienti dalla Cueva de los Murciélagos, aprono prospettive innovative sulla complessità delle popolazioni del primo medio Olocene in Europa”, hanno concluso gli autori. (30Science.com)

 

 

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