Valentina Di Paola

Sviluppato un naso elettronico per fiutare composti organici volatili

(25 Maggio 2023)

Roma – Realizzare un dispositivo in grado di identificare e riconoscere i composti organici volatili, sostanze chimiche che possono avere conseguenze gravi per la salute. A questo obiettivo è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Applied Physics Reviews, condotto dagli scienziati dell’American Institute of Physics. Il team, guidato da Weiwei Wu, ha ideato un naso elettronico che può differenziare le sostanze a cui viene esposto. I composti organici volatili, o COV, sono spesso presenti in vernici, prodotti farmaceutici e refrigeranti, ma allo stesso tempo possono essere marcatori di esplosivi, infestazioni di insetti, deterioramento di alimenti e malattie. Queste sostanze possono provocare un impatto negativo per la salute, per questo è importante identificare le concentrazioni potenzialmente rischiose. Le attuali tecniche di rilevamento dei COV devono superare difficoltà relative a selettività, sensibilità, riproducibilità e stabilità. Il naso elettronico, spiegano gli esperti, potrebbe superare questi limiti grazie a una serie di sensori chimici modellati per riconoscere gli odori. “Il comportamento dei flussi di gas deve essere ben controllato – commenta Wu – il che garantisce un campo fluidico uniforme e una concentrazione di COV nella camera dello strumento. In questo modo si evita di generare caratteristiche di rilevamento fallaci”. Il design iniziale del naso elettronico presentava una camera verticale che assomiglia molto a un soffione. Questa conformazione, spiegano gli esperti, favorisce il flusso verticale mentre il gas si diffonde attraverso i fori nella parte inferiore dello strumento e intorno ai sensori. Gli autori hanno poi usato simulazioni di meccanica dei fluidi per ottimizzare volume, simmetria, posizione del foro e del sensore. Gli studiosi hanno quindi inserito un dispositivo simile a uno shunt, un resistore, per promuovere il flusso del fluido e ridurre i tempi di risposta. Sulla base dei risultati della simulazione, i ricercatori hanno fabbricato una camera in teflon e confrontato le prestazioni di rilevamento delle due strutture. Secondo quanto emerge dall’indagine, la camera con il resistore era associata a prestazioni 1,3 volte migliori nel rilevamento di COV. Nei prossimi step, gli esperti valuteranno la possibilità di ottimizzare ulteriormente i tempi di risposta e recupero. “I nasi elettronici richiedono ricerca in un campo altamente interdisciplinare – conclude Wu – che combina chimica, fisica, biologia e ingegneria. Le prossime sfide riguardano la necessità di risolvere problemi legati al rilevamento efficace delle sostanze, considerando i meccanismi fondamentali di assorbimento/desorbimento”. (30science.com) Valentina Di Paola

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).