Lucrezia Parpaglioni

Lauriano (ISPRA), “le orche attaccano per non essere attaccate”

(29 Maggio 2023)

Roma – “Le orche attaccano per non essere attaccate”, ha commentato Giancarlo Lauriano dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in merito alle recenti aggressioni da parte di orche a imbarcazioni, verificatesi sempre più di frequente, sulle coste iberiche, in Europa.  “Le segnalazioni di interazioni fra orche e imbarcazioni sono iniziate nel 2020 quando uno di questi grandi cetacei è stato colpito e ferito da una barca, dietro la pinna dorsale”, ha spiegato Lauriano. “È plausibile che l’orca ferita, attraverso un processo di trasmissione culturale, tipico di questi grandi mammiferi, abbia insegnato agli altri esemplari questo tipo di comportamento di difesa” ha continuato Lauriano.

Gli ultimi eventi, accaduti nella notte del 4 maggio nello Stretto di Gibilterra, al largo della Spagna, hanno visto tre orche, Orcinus orca, note anche come killer whales, colpire  uno yacht e perforare il timone, così da ostacolarne la navigazione.

Secondo uno studio pubblicato nel giugno 2022, sulla rivista Marine Mammal Science, le aggressioni sembrano essere dirette principalmente a barche a vela e seguono uno schema preciso, con le orche che si avvicinano da poppa per colpire il timone, perdendo poi interesse una volta riuscite a fermare l’imbarcazione. Sembra che questi grandi cetacei abbiano compreso che demolendo il timone riescano ad arrestare il movimento delle imbarcazioni.

“Vi sono più ipotesi – ha dichiarato Lauriano – la prima, spiega questi attacchi come insegnamenti di tecniche di caccia da parte delle orche adulte a quelle più piccole; la seconda sostiene che gli animali scambino le imbarcazioni per barche da pesca e le colpiscano in quanto queste limitano la loro possibilità di alimentarsi”. “Trattandosi, però, per lo più, di aggressioni a barche a vela, questa ultima ipotesi risulta essere particolarmente debole”, ha sottolineato Lauriano.

“In conclusione – ha detto Lauriano – la teoria che più convince, anche se ancora non accertata, è quella della trasmissione culturale e dell’apprendimento sociale, che vede la comunicazione e l’emulazione, tra individui adulti e meno adulti, di questo comportamento aggressivo a titolo di difesa”, ha concluso Lauriano.

Se questa situazione dovesse continuare o intensificarsi, potrebbe diventare motivo di preoccupazione per la sicurezza dei marinai e un problema di conservazione per la sottopopolazione di orche in pericolo.

“In Spagna, a tal proposito – ha concluso Lauriano – sono state introdotte delle regolamentazioni, fra cui la sostituzione delle vele con il motore a scoppio e l’ingente riduzione della velocità di navigazione, così da limitare il movimento del timone e evitare che questo venga colpito dall’orca e la barca diventi ingovernabile”. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.