Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Ecco i segnali di allarme di un potenziale guidatore aggressivo

(14 Aprile 2023)

Roma – Superare i limiti di velocità, violare gli stop, imprecare e urlare alla guida: presi isolatamente questi comportamenti possono solo essere il risultato di una giornata andata un po’ storta. Ma tutti assieme, e uniti ad altri, possono indicare una condizione di “rabbia al volante” che può mettere a repentaglio la sicurezza di chi ne soffre e degli altri utenti della strada. In un recente studio pubblicato su “Accident Analysis and Prevention” , i ricercatori dell’Università di Warwick, GB, hanno identificato alcuni dei comportamenti più comuni tra i conducenti “aggressivi”. Per il loro lavoro hanno analizzato i risultati di 34 studi pubblicati sulla “rabbia stradale” e hanno definito un “guidatore aggressivo” colui o colei che abitualmente mette intenzionalmente in pericolo gli altri, psicologicamente, fisicamente o in entrambi i modi. Da questi risultati, i ricercatori sono stati in grado di identificare i due principali comportamenti di guida aggressivi. I conducenti aggressivi mostrano una velocità media di 3,3 miglia all’ora (5,3 chilometri all’ora) superiore rispetto ai conducenti non aggressivi e mostrano anche un tasso di 2,5 volte superiore di errori e violazioni alla guida. Questi includono la mancata freccia quando si cambia corsia, collisioni con altri veicoli, la violazione dei segnali di stop e il superamento dei limiti di velocità. I ricercatori affermano che i conducenti aggressivi possono anche accelerare per eliminare la loro frustrazione quando incontrano, ad esempio, traffico o un guidatore lento. Anche urla e imprecazioni rappresentano un segnale di allarme. La loro rabbia può essere un fattore di distrazione dalla guida e ridurre considerevolmente i livelli di sicurezza. Gli autori dello studio sperano che i loro risultati portino un domani alla creazione di un sistema di monitoraggio della guida aggressiva all’interno del veicolo, che potrebbe anche implementare metodi calmanti, come l’alterazione del livello di rumore nell’abitacolo, la riproduzione di musica rilassante o, in ultima analisi, la riduzione della velocità a fronte del moltiplicarsi dei segnali di allarme sulla condizione del conducente. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla