Valentina Di Paola

Africa, i boschi erbosi sono molto più antichi di quanto si pensasse

(13 Aprile 2023)

Roma – I boschi erbosi dell’Africa orientale potrebbero essere apparsi ben 10 milioni di anni prima rispetto a quanto ipotizzato precedentemente. Descritta sulla rivista Science, questa ipotesi è stata formulata dagli scienziati della Baylor University e dell’Università del Minnesota. Il team, guidato da Daniel Peppe, ha analizzato campioni di suolo raccolti in Kenya e Uganda, dove sono stati trovati fossili di mammiferi risalenti al Miocene antico. Secondo il gruppo di ricerca, i primi boschi erbosi africani potrebbero essere emersi ben 21 milioni di anni fa, 10 milioni di anni prima di quanto ritenuto finora. Le savane e le pianure africane, riportano gli esperti, ospitano specie vegetali che svolgono la fotosintesi attraverso il percorso di fissazione del carbonio C4. Oltre a essere in grado di resistere a condizioni più secche e temperature elevate, queste piante sono più resilienti anche in caso di esposizione ai raggi solari diretti rispetto alle specie che fissano il carbonio C3 e prosperano in condizioni di penombra. Ricostruire la storia evolutiva di questi lignaggi, osservano gli autori, potrebbe fornire indicazioni importanti sulla trasformazione della regione un tempo boscosa e sulla presenza dei primi ominidi. Il nuovo lavoro sfida la teoria canonica secondo cui i boschi erbosi dell’Africa orientale sarebbero apparsi circa 10 milioni di anni fa. In un secondo studio, descritto sempre sulla rivista Science, un team di scienziati guidati da Laura MacLatchy, dell’Università del Michigan, ha ipotizzato che la necessità di nutrirsi nei boschi erbosi potrebbe aver spinto gli ominidi a sviluppare sistemi muscoloscheletrici versatili. Esaminando fossili dentali e scheletrici, il gruppo di ricerca ha valutato le abitudini alimentari delle prime popolazioni umane della regione vissute 21 milioni di anni fa. I modelli dentali hanno rivelato che gli ominidi consumavano principalmente foglie con contenuto di acqua inferiore. L’analisi della documentazione scheletrica ha evidenziato femori, vertebre e caratteristiche del torso simili a quelle dei primati non umani che oggi abitano le savane e altri ecosistemi aperti. Questi risultati, commentano gli autori, avvalorano l’ipotesi che l’incremento delle erbe e delle specie vegetali C4 abbia plasmato l’evoluzione della locomozione nei primi ominidi. “Ricostruire le prime fasi dell’evoluzione umana – conclude MacLatchy – è fondamentale per interpretare il significato adattivo dei tratti che alla fine definiscono la nostra specie”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).