Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Non più polmone verde, ecco come la foresta Amazzonica risponderà alla siccità

(26 Aprile 2023)

Roma –  Un nuovo studio frutto del lavoro di 80 scienziati provenienti da Europa e Sud America, pubblicato su “Nature”, ha individuato le zone della foresta amazzonica più esposte ai rischi derivanti dal cambiamento climatico, in particolare alla siccità e ha concluso che il ruolo di questa zona come polmone verde del mondo rischia di essere gravemente compromesso, con una forte riduzione dell’assorbimento delle emissioni, innescando un circolo vizioso climatico. Sulla base delle loro analisi, gli scienziati prevedono che gli alberi nell’Amazzonia occidentale e soprattutto meridionale corrono il rischio maggiore di morire a causa della siccità. Avvertono anche che le precedenti indagini scientifiche potrebbero aver sottovalutato l’impatto della siccità sulla foresta pluviale perché quegli studi si sono concentrati sulla parte centro-orientale della foresta, che è la meno vulnerabile alla siccità. Il nuovo studio fornisce la prima valutazione di come le diverse aree della foresta amazzonica potrebbero rispondere a un clima sempre più caldo e più secco.

 

Il professor David Galbraith, dell’Università di Leeds, GB che ha supervisionato lo studio, ha dichiarato: “L’Amazzonia è minacciata da molteplici fattori di stress, tra cui la deforestazione e il clima. Comprendere i limiti di stress che queste foreste possono sopportare è una grande sfida scientifica. Il nostro studio fornisce nuove informazioni sui limiti della resistenza delle foreste a uno dei principali fattori di stress: la siccità”. Alcune parti dell’Amazzonia hanno già visto cambiamenti nei livelli di pioggia. Per l’Amazzonia meridionale, ci sono prove che la stagione secca si è allungata e le temperature in questa regione sono aumentate più che in altre parti dell’Amazzonia ed è proprio qui che gli alberi rischiano maggiormente di morire innescando conseguenze notevoli di aumento proprio di quel cambiamento climatico dal quale sono stati colpiti. Secondo i ricercatori, infatti, la foresta amazzonica detiene tra il 10 e il 15 percento del carbonio immagazzinato dalla vegetazione a livello globale ed è noto che svolge un ruolo chiave nell’assorbimento delle emissioni di carbonio che altrimenti sarebbero disperse nell’atmosfera. La loro modellazione dei dati ha rivelato che con l’aumentare del rischio di mortalità per siccità delle piante, la capacità degli alberi di immagazzinare carbonio sarebbe significativamente ridotta. Galbraith ha aggiunto: “Questo studio rivela come varia il rischio di siccità delle foreste nel bacino amazzonico e fornisce un meccanismo per prevedere il bilancio del carbonio a livello di popolamento forestale. Le foreste che sono ‘più sicure’ dal punto di vista della mortalità indotta dalla siccità accumulano più carbonio di quelle che affrontano un rischio maggiore di mortalità indotta dalla siccità.” Lo studio ha coinvolto un team internazionale di ricercatori provenienti da Europa, Brasile, Perù e Bolivia. Il lavoro faceva parte del progetto TREMOR finanziato dal Natural Environment Research Council del Regno Unito per comprendere meglio i meccanismi di mortalità degli alberi nelle foreste amazzoniche. (30science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla