Roma – Il maraviroc, un farmaco attualmente in uso contro il virus da immunodeficienza umana (HIV) potrebbe proteggere l’organismo dall’accumulo di proteine correlate alla demenza. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Neuron, condotto dagli scienziati del Cambridge Institute for Medical Research e dell’UK Dementia Research Institute presso l’Università di Cambridge. Il team, guidato da David Rubinsztein, ha utilizzato un modello murino per valutare l’efficacia di un medicinale che prende di mira CCR5, una proteina coinvolta nel sistema immunitario, se impiegato contro la neurodegenerazione. Condizioni cliniche come la malattia di Huntington possono compromettere la capacità del cervello di eliminare proteine tossiche legate alla demenza. Le malattie neurodegenerative sono infatti caratterizzate dalla presenza di aggregati di proteine mal ripiegate, come l’huntingtina e la tau. Tali accumuli possono causare la morte delle cellule e l’insorgenza di sintomi correlati alla demenza. Gli esperti hanno dimostrato che nei modelli murini affetti da malattia di Huntington, un gruppo di cellule immunitarie specializzate, chiamate microglia, rilascia delle molecole che attivano la proteina CCR5, la quale, a sua volta, compromette la capacità del cervello di liberarsi delle sostanze tossiche responsabili della demenza. “La microglia inizia a rilasciare queste sostanze chimiche molto prima che si manifestino segni fisici della malattia – osserva Rubinsztein – i trattamenti specifici contro le malattie neurodegenerative dovrebbero quindi essere avviati prima dell’inizio delle manifestazioni sintomatiche”. Negli esperimenti condotti sui topolini, riportano gli esperti, i farmaci in grado di bloccare l’azione di CCR5 rallentavano la progressione della demenza. Il gruppo di ricerca ha somministrato il maraviroc, un medicinale approvato già dal 2007 come trattamento contro l’HIV, a un modello murino per quattro settimane. All’interno del cervello degli animali, gli scienziati hanno riscontrato una significativa riduzione del numero di aggregati di huntingtina rispetto agli esemplari non trattati. Lo stesso effetto è stato osservato nei modelli con demenza, che hanno manifestato una riduzione degli aggregati di proteina tau e un rallentamento nella perdita di cellule cerebrali. “Siamo molto entusiasti di questi risultati – afferma Rubinsztein – perché abbiamo individuato un nuovo meccanismo legato alla neurodegenerazione e un metodo esistente e già convalidato che potrebbe rallentare la progressione della demenza. I nostri risultati potrebbero inoltre aprire la strada allo studio di altre formulazioni potenzialmente efficaci contro la malattia di Huntington. Durante lo sviluppo del maraviroc, in effetti, altri candidati inibitori del CCR5 non sono stati considerati validi contro l’HIV, ma potrebbero comunque prevenire le malattie neurodegenerative”. (30science.com) Valentina Di Paola
Valentina Di Paola
Farmaco contro l’HIV protegge i topi dalla demenza
(26 Aprile 2023)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).