Roma – Sophie Scholl e Rosa Luxemburg sono nomi di donne impressi nella memoria collettiva perché rappresentano una storia politica importante. Però, perché, nei capoluoghi di regione italiani solo il 6,2% delle strade è intitolato a donne? Lo studio delle due storiche Siglinde Clementi e Franziska Cont del Centro di Competenza per la Storia regionale ricorda 62 personalità femminili di fama internazionale e nazionale e 138 più note a livello provinciale e comunale, alle quali, in futuro, potranno essere intitolate piazze e strade in Alto Adige.
La storia delle donne e di genere pone una nuova domanda sulle decisioni relative all’odonomastica, ovvero l’intitolazione di strade e piazze in Alto Adige. Fino ad oggi i nomi di donne sono stati poco citati e, in futuro, dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione. Il progetto di ricerca sulla storia e sulle biografie femminili – “Frauenbiografien und Straßennamen” – vuole servire da guida per le commissioni comunali quando, d’ora in avanti, si tratterà di intitolare strade e piazze. Il capoluogo della provincia di Bolzano può essere citato come esempio. Delle 193 vie e piazze intitolate a persone, l’86,5% riporta il nome di personaggi di sesso maschile. La questione sempre attuale della cultura della memoria viene riproposta dal lavoro di ricerca di due storiche presentato oggi in piazza Università a Bolzano.
“Come Giunta provinciale abbiamo incaricato il Centro di Competenza per la Storia regionale di redigere un vademecum sui nomi e le biografie femminili per i nostri Comuni, affinché dispongano di un ausilio quando devono decidere come intitolare nuove strade e piazze”, ha affermato il governatore Arno Kompatscher, illustrando il punto di partenza del lavoro di ricerca. “È un nostro obiettivo politico aumentare il numero di strade e piazze intitolate a personalità femminili grazie ai risultati di questo progetto. Siamo lieti che il progetto abbia ricevuto una trattazione scientifica e non si sia limitato alla redazione di un elenco di nomi femminili. Ciò che conta è che siano state portate alla luce donne precedentemente sconosciute – soprattutto a livello comunale – di cui sono state ricostruite le biografie”.
Il punto di partenza del progetto è stata la domanda su quali personalità femminili si prestassero maggiormente per intitolare strade e piazze in Alto Adige. A livello internazionale, sono state prese in considerazione donne di spicco nei diversi campi della scienza, della politica, dell’arte, della religione e dello sport, provenienti soprattutto dalle regioni di lingua tedesca e italiana. A livello regionale e locale, le storiche hanno ampliato le aree tematiche e aggiunto anche i settori dell’impegno sociale e dell’economia, individuando donne che non erano state notate prima. Il criterio di base è stato quello di considerare solo le personalità scomparse.
La questione della cultura della memoria è stata affrontata dalla storica del Centro di Competenza per la Storia regionale, Siglinde Clementi, che ha coordinato il progetto: “In Alto Adige, finora, pochissime strade sono state intitolate a donne. La tendenza generale è stata quella di non includere affatto le personalità di sesso femminile e, se lo si è fatto, ha riguardato solamente le poche donne meritevoli in campo politico e religioso. Per portare le donne alla ribalta, la cultura della memoria dominata dagli uomini deve essere in qualche modo messa in discussione e vanno valorizzati gli ambiti sociali occupati prevalentemente dalle donne, come l’assistenza sociale o l’istruzione. La cultura della memoria è orientata unilateralmente verso la politica e la nazione e le donne non compaiono quasi mai. Le donne hanno vissuto altre esperienze storiche che meritano di essere ricordate”.
“Fin dall’inizio, ho sentito una grande vicinanza a questo progetto. In primo luogo perché finalmente si concentra su donne che hanno raggiunto grandi traguardi e, in secondo luogo, perché può essere applicato direttamente a livello di politica comunale”, sottolinea la presidente della Libera Università di Bolzano, prof.ssa Ulrike Tappeiner, “i risultati vanno oltre gli obiettivi che ci eravamo prefissati, perché si tratta indubbiamente di un contributo importante alla cultura della memoria locale, stimolante per chi è appassionato di storia e cultura. Abbiamo rivolto lo sguardo verso le donne pioniere in settori con connotazioni “maschili”, verso quelle donne che si sono battute per l’emancipazione, la parità di diritti e le pari opportunità, ma anche alle donne resistenti e perseguitate. La persecuzione delle streghe, la resistenza e la persecuzione nelle dittature fasciste trovano un posto speciale in questa importante pubblicazione”.
La storica Franziska Cont descrive così il lavoro di ricerca svolto: “È stato necessario scovare le storie di donne precedentemente sconosciute a livello regionale e locale e scriverne le biografie. Mentre il materiale esistente poteva essere utilizzato per compilare le storie di vita di donne già note, la vita di queste donne sconosciute ha dovuto essere ricostruita ex novo seguendone le tracce negli archivi e nelle varie località. Oltre alle tracce che abbiamo incontrato negli archivi pubblici e negli archivi di famiglia, sono stati trovati numerosi interlocutori nelle comunità con i loro ricordi che hanno contribuito alla ricostruzione della storia di queste donne”.
Il presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Alto Adige, Andreas Schatzer, durante la conferenza stampa ha sottolineato che per ogni valle altoatesina sono state sottratte all’oblio figure di donne meritevoli, i cui nomi ben si prestano all’intitolazione di strade e piazze. “È molto prezioso per le nostre commissioni edilizie avere a disposizione in futuro un lavoro scientificamente fondato, con il quale si può ridisegnare il paesaggio commemorativo dell’Alto Adige. Si tratta di un utile manuale per la pratica concreta dell’odonomastica nei Comuni”.(30Science.com)