Valentina Di Paola

Uomo disperso in Amazzonia per 1 mese dice di aver mangiato vermi e bevuto la propria urina per sopravvivere

(2 Marzo 2023)

Roma, 2 mar. – Disperso un mese in Amazzonia, Jhonatan Acosta ha dichiarato di aver mangiato vermi e raccolto la propria urina per idratarsi nella foresta e restare in vita nell’ambiente ostile. Il trentenne boliviano potrebbe quindi essere considerato come uno dei sopravvissuti più longevi nell’Amazzonia. “Ho dovuto consumare insetti – ha raccontato in un programma televisivo boliviano – bere urina, mangiare vermi e difendermi dagli animali. La conoscenza delle principali tecniche di sopravvivenza mi ha tenuto in vita in quei giorni”. Lo scorso gennaio, Acosta è stato a caccia nella foresta pluviale con un gruppo di amici. Dopo essersi separato dal resto della spedizione, è stato dichiarato disperso ed è stato ritrovato da un gruppo di soccorso dopo un mese esatto. Il boliviano ha spiegato di essersi perso e di aver raccolto l’acqua piovana attraverso i suoi stivali, riempiti con urina nei giorni di siccità. Disorientato, Acosta ha camminato per 40 chilometri alla ricerca della civiltà, perdendo circa 17 chilogrammi e slogandosi una caviglia nell’impresa di restare in vita. “Sono grato di essermi ricongiunto alla mia famiglia – ha affermato – ho affrontato un’esperienza che mi ha cambiato profondamente”. In un altro noto caso in Bolivia, l’avventuriero israeliano Yossi Ghinsberg è sopravvissuto per tre settimane in Amazzonia nel 1981. Da questa vicenda è stato ispirato il film “Jungle”, con Daniel Radcliffe. In Brasile, il pilota Antonio Sena è sopravvissuto 38 giorni in Amazzonia dopo un atterraggio di fortuna nel 2021. L’anno successivo, due fratelli di sette e nove anni sono stati salvati dopo aver trascorso 25 giorni sperduti nella regione brasiliana della foresta pluviale. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).