Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Svizzera, nasce nuovo gruppo di ricerca per cercare origini della vita nell’Universo

(7 Marzo 2023)

Roma – Si chiama The Origins Federation, è una nuova alleanza internazionale che riunisce l’esperienza e il lavoro di scienziati e ricercatori impegnati nella ricerca di forme di vita e nei meccanismi che ne hanno favorito lo sviluppo. A renderlo noto durante la riunione annuale dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS) gli scienziati del Politecnico federale di Zurigo (ETH), dell’Università di Cambridge, dell’Università di Harvard e dell’Università di Chicago. Nell’ambito dell’iniziativa, i ricercatori coinvolti esploreranno i processi chimici e fisici degli organismi viventi e le condizioni ambientali favorevoli a sostenere la vita su altri pianeti. “Stiamo attraversando un momento storico straordinario – osserva Didier Queloz, che dirige il Center for Origin and Prevalence of Life dell’ETH di Zurigo – sulla base delle conoscenze attuali, abbiamo scoperto oltre cinquemila esopianeti, ma solo nella Via Lattea potrebbero esisterne trilioni. Ogni rivelazione suscita nuovi interrogativi sulle origini della vita e sulla possibilità che esista altrove nell’Universo”. Queloz ha annunciato il progetto insieme a Jack Szostak, Nobel per la medicina 2009 e Dimitar Sasselov, astronomo e docente presso l’Università di Harvard. I progressi tecnologici, come il James Webb Space Telescope e le missioni interplanetarie su Marte, accelerano l’accesso a un enorme volume di nuove osservazioni e dati. “The Origins Federation – afferma Queloz – si basa su una collaborazione di lunga data che coinvolge la Simons Foundation”. Durante la riunione annuale dell’AAAS, Emily Mitchell, collega di Queloz, ha spiegato come la vita possa sopravvivere anche negli ambienti più estremi, evolvendosi in modi specifici in base alle condizioni in cui si sviluppa. “Mentre approfondiamo la nostra conoscenza relativa allo sviluppo della vita sugli altri pianeti – osserva la scienziata – le firme biologiche potrebbero rivelare se lo sviluppo dell’esistenza sulla Terra sia parte della natura dell’Universo o solo un fortunato incidente”. Nel frattempo, i laboratori di biochimica cercano di decostruire i sistemi complessi in parti più semplici per comprendere i principi alla base della vita e dell’evoluzione. “Le cellule sintetiche – aggiunge Kate Adamala dell’Università del Minnesota – possono ricoprire un ruolo chiave in questo settore e ci aiutano a studiare il passato, il presente e il futuro della vita nell’Universo. A differenza delle controparti biologiche, possono essere digitalizzate per svolgere diversi compiti”. Sebbene non esista ancora una definizione esaustiva della vita, la ricerca delle sue origini ha suscitato entusiasmo, nuove collaborazioni internazionali e coinvolto moltissime personalità della comunità scientifica. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla