Valentina Di Paola

Ecco com’era il cervello degli spinosauri

(14 Febbraio 2023)

Ricostruire la struttura cerebrale, l’orecchio interno e il cervello degli spinosauri, un genere estinto di dinosauri vissuti tra il Cretaceo inferiore e il Cretaceo superiore. Questo l’obiettivo a cui è stato orientato uno studio, pubblicato sul Journal of Anatomy, condotto dagli scienziati dell’Università di Southampton e dell’Università dell’Ohio. Il team, guidato da Chris Barker, ha eseguito delle scansioni dei fossili del Baryonyx dal Surrey e Ceratosuchops dell’isola di Wight. Gli spinosauri, spiegano gli autori, erano animali teropodi, dotati di lunghe mascelle simili a coccodrilli e denti dalla forma conica. Grazie a queste caratteristiche, il genere si era ben adattato a uno stile di vita marino e a un’esistenza acquatica. Le scatole craniche esaminate, entrambe ben conservate, appartenevano a esemplari vissuti circa 125 milioni di anni fa. Grazie ai reperti ossei, i ricercatori hanno ricostruito digitalmente i tessuti molli interni. Questo approccio ha permesso agli studiosi di capire che i bulbi olfattivi, responsabili dell’elaborazione degli odori, non erano particolarmente sviluppati in questi animali. Allo stesso tempo, rivelano gli scienziati, l’orecchio degli spinosauri era sintonizzato sui suoni a bassa frequenza. “Il nostro lavoro – afferma Barker – suggerisce che il cervello di questi esemplari conservasse diversi aspetti in comune con altri teropodi di grandi dimensioni. Non abbiamo trovato evidenze che dimostrassero una correlazione tra uno stile di vita semi-acquatico e le conformazioni specifiche dell’organo cerebrale”. “Dato che gli spinosauri erano particolarmente efficaci nella cattura del pesce – commenta Darren Naish, collega e coautore di Barker – siamo rimasti molto sorpresi del fatto che il loro cervello non rispecchiasse tali capacità. I nostri risultati sono comunque significativi”. Grazie a una serie di tecniche all’avanguardia, il gruppo di ricerca è infatti riuscito a ricostruire i tessuti molli di animali deceduti milioni di anni fa. “Ora siamo in grado di valutare le capacità cognitive e sensoriali di specie estinte – conclude Lawrence M. Witmer, dell’Università dell’Ohio – questa possibilità contribuirà ad aprire la strada a una serie di nuove scoperte”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).