(30science.com) – Roma, 31 gen. – La neurodegenerazione correlata all’obesità sembra in qualche modo ricalcare alcuni dei meccanismi associati alla malattia di Alzheimer. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Journal of Alzheimer’s Disease, condotto dagli scienziati della McGill University e del Neuro Montreal Neurological Institute-Hospital. Il team, guidato da Filip Morys, ha coinvolto una coorte di oltre 1.300 individui, confrontando modelli di atrofia cerebrale in caso di obesità e Alzheimer. Ricerche precedenti hanno suggerito che il peso in eccesso può provocare cambiamenti neurali, come l’accumulo della proteina β-amiloide o la formazione di danni cerebrali, generalmente associati alla malattia di Alzheimer. Gli autori hanno elaborato delle mappe di atrofia della materia grigia per ogni tipologia di paziente, che poteva essere normo o sovrappeso, affetto da Alzheimer, obesità o perfettamente sano. Gli scienziati hanno scoperto che l’obesità e l’Alzheimer tendevano a favorire l’assottigliamento corticale della materia grigia in modi simili. Questi risultati, commentano gli scienziati, suggeriscono che l’obesità deve essere percepita come una malattia multisistemica in grado di compromettere le funzionalità di organi e sistemi, tra cui il sistema respiratorio, gastrointestinale e cardiovascolare. Il peso in eccesso, commentano gli studiosi, potrebbe pertanto svolgere un ruolo nello sviluppo dell’Alzheimer e della demenza. “Il nostro lavoro – afferma Morys – si aggiunge al corpus di prove che evidenziano come l’obesità possa rappresentare un fattore significativo dell’Alzheimer. Questi dati evidenziano l’importanza di ridurre il peso negli individui obesi e in sovrappeso nella mezza età, per ridurre il conseguente rischio di neurodegenerazione e demenza”. (30science.com)