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Covid: Fda, possibile legame tra co-vaccinazione e ictus

(30 Gennaio 2023)

(30Science.com) – Roma, 30 gen. – La co-somministrazione del vaccino bivalente anti-Covid della Pfizer come richiamo e di un vaccino antinfluenzale può aumentare il rischio di avere un ictus. Questo è quanto emerso da un’indagine preliminare condotta dalla Food and Drug Administration (Fda). L’Agenzia americana ha setacciato i database sui danni da vaccino per fare chiarezza su un altro problema di sicurezza su cui stavano indagando. A inizio mese uno dei sistemi di sorveglianza sui vaccini degli Stati Uniti ha segnalato una possibile associazione tra il vaccino della Pfizer specifico contro Omicron e un rischio elevato di ictus ischemico tra gli anziani sopra i 65 anni d’età. I funzionari della Fda che hanno indagato sul collegamento hanno affermato che la maggior parte dei pazienti aveva anche ricevuto il vaccino antinfluenzale lo stesso giorno, il che potrebbe essere un fattore di rischio. Questo inverno milioni di americani hanno ricevuto entrambi i vaccini contemporaneamente, a seguito di un’importante campagna promossa dalla Casa Bianca. Lo scorso settembre, infatti, Ashish Jha, coordinatore della task force contro il Covid della Casa Bianca, ha dichiarato: “Credo che questo sia il motivo per cui Dio ci ha dato due braccia: una per il vaccino antinfluenzale e l’altra per il vaccino Covid”. Ora però la Fda sta avviando uno studio più ampio che ha lo scopo di esaminare i potenziali problemi di sicurezza derivanti dalla vaccinazione simultanea contro Covid e influenza. I risultati aiuteranno l’agenzia americana a decidere se continuare a raccomandare la co-vaccinazione anche il prossimo inverno. Per ora le autorità sanitarie raccomandano ancora alle persone di sottoporsi a entrambi i vaccini contemporaneamente perché anche l’influenza o il Covid aumentano il rischio di ictus. Walid Gellad, professore di medicina all’Università di Pittsburgh che non è stato coinvolto nell’analisi, ha affermato che la questione richiede ulteriori indagini. “A volte i segnali – dice – non sono chiari. Ha senso esaminarli di più e non ha senso cambiare pratica visti i benefici noti in questa fascia di età”. (30Science.com)

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