(30Science.com) – Roma, 31 gen. – successo per una serie di lanci spaziali di Spacemind, divisione spazio della società NPC di Imola (Bologna). Sono infatti appena diventati operativi in orbita i tre nanosatelliti italiani “DanteSat”, “Futura-SM1” e “Futura-SM3”. I loro lanci hanno anche consentito di validare il funzionamento del nuovo deployer per cubesat “SMPod”, di alcune apparecchiature di bordo e di una versione più grande della vela spaziale “Artica”, utilizzata per consentire il rientro nell’atmosfera di piccoli satelliti al termine della loro vita operativa. “Siamo davvero entusiasti dei primi risultati di queste nuove missioni in orbita, che consentono di confermare la nostra azienda come un fornitore di servizi chiavi-in-mano per la produzione, il lancio e il rientro di cubesat per progetti di tipo commerciale o scientifico”, commenta Nicolò Benini, marketing manager di NPC Spacemind. “Anche grazie al successo di questi ultimi lanci, abbiamo consolidato i contatti con importanti clienti italiani ed esteri, che consentiranno ai nostri sistemi di tornare presto nello spazio”.
Tutte interessanti le missioni dei tre nanosatelliti realizzati da Spacemind. ll “DanteSat” è un cubesat nella versione “3U” e ha la forma di un piccolo parallelepipedo (con base quadrata di 10 cm di lato e altezza di 30 cm). Si tratta di un originale progetto promosso da Human Space Services per la casa editrice bolognese Scripta Maneant per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri: sulla sua struttura metallica è infatti incisa la “Divina Commedia”, mentre la radio di bordo trasmette a terra i primi versi dell’opera. A novembre, il satellite è stato trasportato sulla Stazione Spaziale Internazionale da una capsula “Dragon”, lanciata con un vettore “Falcon 9” di SpaceX. “DanteSat” è stato quindi rilasciato in orbita a fine dicembre tramite il deployer esterno di Nanoracks Europe. Successivamente, ha aperto la vela “Artica” e presto brucerà al rientro nell’atmosfera terrestre.
I due “Futura” sono stati lanciati invece ai primi di gennaio sempre con un vettore “Falcon 9”. Dopo il lancio, i cubesat sono stati trasferiti nell’orbita prevista da una piattaforma autonoma “ION Satellite Carrier”, prodotta dall’azienda di logistica spaziale D-Orbit, e infine rilasciati nello spazio tramite il nuovo deployer “SMPod” di Spacemind. Il “Futura SM-1” è un cubesat nella versione “3U” e ha lo scopo di testare nuove apparecchiature di bordo (sistema di produzione di energia, antenne dispiegabili, vela spaziale e computer di bordo OBC sviluppato dal partner Apogeo Space). Il “Futura SM-3” è invece un cubesat nella versione “6U” (pari a due “3U” affiancati) ed è dotato di una nuova vela spaziale “Artica” di maggiori dimensioni per il deorbiting del satellite alla fine della missione. “Tutti i sistemi a bordo dei nostri tre cubesat funzionano perfettamente e stiamo ricevendo i loro segnali e i dati telemetrici”, conferma Benini. “Anche il nostro deployer ‘SMPod’ ha effettuato il rilascio in orbita dei due ‘Futura’ in modo nominale raggiungendo il 100% degli obbiettivi di missione. Grazie a questi eccellenti risultati, siamo pronti ad offrire servizi affidabili ed innovativi sul mercato mondiale dei nanosatelliti che è in notevole espansione”. (30Science.com)