Valentina Di Paola

Realizzata nuova mappa della materia dell’Universo

(31 Gennaio 2023)

 

(30science.com) – Roma, 31 gen. – (NOTIZIA CON EMBARGO ALLE 19.00) Realizzare una mappa aggiornata dell’Universo e della materia che lo compone. Questo l’obiettivo a cui è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Physical Review D, condotto dagli scienziati dell’Università di Chicago, dell’Università delle Hawaii e del Fermi National Accelerator Laboratory. Il team, guidato da Chihway Chang, ha esaminato i dati raccolti da due telescopi, il Dark Energy Survey e il South Pole Telescope. L’analisi, che ha coinvolto oltre 150 ricercatori, suggerisce che la materia potrebbe non essere così “grumosa” come ci si potrebbe aspettare sulla base dell’attuale modello dell’Universo. Dopo il Big Bang, avvenuto circa 13 miliardi di anni fa, spiegano gli autori, tutto ciò che componeva la realtà è stato scagliato verso l’esterno, formando galassie, stelle, pianeti e corpi celesti. Assemblare una mappa accurata della distribuzione della materia potrebbe essere utile per comprendere le forze che hanno plasmato l’evoluzione dell’Universo. Il Dark Energy Survey ha raccolto informazioni per sei anni dalla cima di una montagna in Cile, mentre il South Pole Telescope analizza il cosmo alla ricerca della radiazione di fondo che dai primi istanti di vita dell’Universo attraversa la realtà. La combinazione di due diversi metodi di osservazione del cielo, precisano gli studiosi, riduce il rischio di errori nelle misurazioni. “Questa sorta di controllo incrociato – sottolinea Chang – rappresenta una misurazione molto più affidabile rispetto a una sola osservazione. Entrambi gli strumenti hanno esplorato il fenomeno noto come ‘lente gravitazionale’, che provoca un’alterazione nel percorso compiuto dalle onde luminose quando queste si trovano nelle vicinanze di oggetti cosmici ad alta gravità, come le galassie”. Questo fenomeno interessa sia la materia normale che la materia oscura, nota solamente per gli effetti che provoca sul resto della materia. I risultati, commentano gli studiosi, si adattano perfettamente alle teorie dell’Universo più accreditate, ma allo stesso tempo sembrano emergere nuovi dubbi e interrogativi sulla realtà astronomica. “Sembra che ci siano meno fluttuazioni rispetto a quanto i modelli precedenti suggeriscano – afferma Eric Baxter – in particolare, sembra che il cosmo sia meno grumoso di quanto ci si aspetterebbe. Se altri studi dovessero riscontrare gli stessi risultati, potremmo ipotizzare che l’attuale modello dell’Universo non sia completo, ma per adesso non abbiamo dati a sufficienza per elaborare nuove teorie. Dobbiamo continuare a guardare il cielo con occhi attenti e curiosi, per cercare di comprendere appieno tutte le sfumature che ancora sembrano poco chiare”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).