(30science.com) – Roma, 12 dic. – Le piattaforme a rete, e tra queste i social media, crescono in valore economico con un andamento “esplosivo” – a differenza, ad esempio, delle tradizionali reti televisive, ma rischiano anche di trasformarsi in pericolose bolle pronte a esplodere. È questo quanto emerge da un nuovo studio di Marco Delmastro, scienziato sociale del Centro Ricerche Enrico Fermi, e di Antonio Scala, fisico del CNR – Istituto per i Sistemi Complessi: “A partire dal nuovo millennio – scrivono gli autori illustrando il loro lavoro su ‘La Voce.info’ – si sono affermate nuove piattaforme a rete (motori di ricerca, piattaforme di video-sharing, social network) che sfruttano l’ulteriore possibilità connessa alla formazione di gruppi di utenti. Da un lato, gli utenti si possono aggregare, in modo spontaneo o sollecitati da algoritmi di raccomandazione, tanto da creare insiemi collegati da relazioni di omofilia (chiamati ‘bolle’ o ‘camere dell’eco’). Dall’altro, l’associazione in gruppi può essere invisibile agli utenti e avvenire a livello di formazione di target di individui da parte del gestore della rete a fini commerciali (spesso di vendita di pubblicità personalizzata). In altre parole, oltre ai classici effetti di rete, le piattaforme sfruttano effetti di ‘clusterizzazione’, ossia benefici per gli utenti o per gli inserzionisti pubblicitari derivanti dalla formazione di molteplici e crescenti sottogruppi di partecipanti alla rete.” “La capacità di queste piattaforme, ad esempio dei social media, di offrire ad una azienda la possibilità di indirizzare i propri messaggi pubblicitari alle ‘persone giuste’ – utilizzando le informazioni raccolte sugli interessi degli utenti e le previsioni che si possono fare basandosi su tali informazioni – offre un’attrattiva commerciale enorme che si alimenta a partire dal volano dato dalla struttura orizzontale, peer-to-peer della rete, per incrementarne l’evoluzione attraverso la formazione di strutture a grappolo”, spiega Delmastro, che però mette anche in guardia da possibili brusche inversioni di tendenza: “Immaginate gli utenti come tanto petrolio che fa crescere a dismisura il fuoco sul quale lo gettiamo….finché ci saranno utenti da raggiungere ci sarà il petrolio, ma nel momento in cui questa riserva dovesse tendere a quantità poco rilevanti, le potenzialità di crescita e quindi il valore di queste piattaforme potrebbe subire un brusco calo. Da qui la necessità per le stesse di creare nuovi ‘fuochi’, come sta tentando di fare Meta col Metaverso”. “Quello che va sottolineato – aggiunge Antonio Scala – è che col nostro studio si è chiaramente dimostrato che l’andamento della crescita del valore economico delle piattaforme di rete differisce da quello ad esempio dei media tradizionali. La crescita del valore di quest’ultimi infatti è parametrato – in via lineare – al numero delle persone che raggiungono. Nel caso delle piattaforme di rete, invece, l’andamento della rete è ‘esplosivo’, a mezzo tra una legge di potenza e un’esponenziale. Questo può spiegare anche come mai i social media abbiano così rapidamente rubato spazio informativo ai media tradizionali, arrivando a minacciarne il ruolo.” (30science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Social media, ecco perché valgono tanto
(12 Dicembre 2022)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla