(30science.com) – Roma, 14 dic. – Sono stati scoperti quattro geni collegati a un incremento del rischio di sperimentare pensieri o azioni suicidarie. A identificarli gli scienziati della Duke Health e del Durham Veterans Affairs, che hanno pubblicato un articolo sul Journal of American Medical Association Psychiatry per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Nathan Kimbrel e Allison Ashley-Koch, ha eseguito un’analisi dell’intero genoma sulla base delle informazioni relative a 633.778 veterani militari statunitensi. Il 71,4 per cento del campione era di origine europea, il 19,1 per cento di discendenza africana, l’8,1 per cento era associato all’etnia ispanica e l’1,3 per cento proveniva da antenati asiatici. Solo il nove per cento dei campioni analizzati appartenevano a individui di genere femminile. Dalle cartelle cliniche, sono stati identificati 121.211 casi di azioni o pensieri suicidari. Grazie al sequenziamento del genoma prelevato da campioni di sangue, i ricercatori hanno rivelato numerosi geni presenti tra i partecipanti con casi documentati di comportamenti autolesivi, indipendentemente dall’etnia di provenienza. Quattro i geni con i legami più forti, precedentemente associati a determinate condizioni psichiatriche: ESR1, legato al disturbo da stress post-traumatico e alla depressione; DRD2, collegato a tentativi di suicidio, schizofrenia e disturbi dell’umore; DCC, correlato a molteplici condizioni psichiatriche; e TRAF3, accostato a comportamento antisociale e tendenza all’uso di sostanze stupefacenti. I ricercatori hanno anche identificato altri nove geni di rischio specifici per la discendenza di origine. Sebbene saranno necessari ulteriori approfondimenti per esplorare la possibilità di sviluppare trattamenti specifici, questi risultati preliminari possono contribuire alla comprensione di come i fattori di rischio ereditari possano svolgere un ruolo nella formulazione di pensieri o azioni suicidarie. “La componente genetica – osserva Kimbrel – costituisce una piccola percentuale del rischio di suicidio o azioni autolesive, che dipendono anche da altri fattori. Capire l’origine genetica delle azioni autolesive, però, è fondamentale per comprendere i percorsi biologici alla base del rischio di comportamenti suicidari. Il suicidio rappresenta la quarta principale causa di morte tra le persone di età compresa tra 15 e 29 anni. Più riusciamo a individuarne le cause, meglio potremo prevenire queste tragiche perdite”. (30science.com)
Valentina Di Paola
Identificati quattro geni legati a pensieri/azioni suicidarie
(15 Dicembre 2022)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).