Valentina Di Paola

Ecco le varianti genetiche per favoriscono l’abuso di fumo e alcol

(7 Dicembre 2022)

(30science.com) – Roma, 7 dic. – (NOTIZIA CON EMBARGO ALLE 17.00) Per la prima volta, sono state identificate quasi quattromila caratteristiche genetiche legate all’assunzione di alcol e all’abitudine del fumo. A riuscirsi gli scienziati dell’Università del Minnesota, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature per rendere noti i risultati del loro lavoro. Il team, guidato da Scott Vrieze e Dajiang Liu ha coinvolto quasi 3,4 milioni di individui per un’analisi di associazione multi-ancestrale sull’intero genoma (GWAS). Questi risultati, commentano gli esperti, fanno luce sulle potenziali influenze genetiche di questi complicati comportamenti. I vizi del fumo e dell’alcol rappresentano i principali fattori di rischio per numerose malattie e per una serie di condizioni di salute. Sebbene possano essere associati anche a fattori ambientali, culturali o dalle politiche di salute pubblica, ci sono prove crescenti che anche la componente genetica possa svolgere un ruolo importante nella manifestazione di queste cattive abitudini. I ricercatori hanno assemblato e analizzato le informazioni GWAS di 60 coorti che coinvolgevano in totale quasi 3,4 milioni di individui. Oltre il 40 per cento del campione proveniva da una discendenza non europea. Il gruppo di ricerca ha identificato quasi quattromila varianti genetiche correlate all’assunzione di alcol o al vizio del fumo. La maggior parte di queste caratteristiche genetiche, riportano gli autori, sembrava legata a effetti coerenti su diversi antenati. La misura dell’associazione genetica basata sull’influenza collettiva di più varianti genetiche rivelava però che la componente genetica risultava maggiormente predittiva nelle popolazioni di origini europee. Questo lavoro, concludono gli autori, migliora la comprensione dei fattori genetici associati a comportamenti a rischio come l’assunzione di alcol o il vizio del fumo. Allo stesso tempo i risultati sottolineano l’importanza di utilizzare campioni di maggiori dimensioni e di origini differenti per ricostruire in modo più accurato le funzioni delle diverse varianti genetiche. (30science.com) Valentina Di Paola

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).