Alessandro Berlingeri

Catalogate le straordinarie capacità di imitazione vocale dei pappagalli

(4 Dicembre 2022)

(30Science.com) ─ Roma, 5 dic. ─  Un’indagine sul mimetismo vocale nei pappagalli da compagnia ha fatto il punto su ciò che sappiamo dell’apprendimento vocale di questi animali fornendo la più grande analisi comparativa realizzata fino ad oggi dei repertori vocali dei pappagalli. A realizzarlo è stata l’Università di Pittsburgh a Johnstown (UPJ), negli Stati Uniti, con un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Scientific Reports.

Un video di Yoko il pappagallo, girato dalla ricercatrice Christine Dahlin, che mostra i suoi modelli di mimetismo vocale. CREDITO Christine Dalin

I dati sono stati raccolti nell’ambito di un progetto scientifico comunitario intitolato “Cosa dice Polly?”. Gli esseri umani che vivono con pappagalli da compagnia hanno riportato il numero di “parole” e “frasi” umane usate dai loro pappagalli, così come i suoni associati all’uomo (come fischiettare una melodia) e l’uso contestuale dei suoni. Questo approccio ha permesso ai ricercatori di raccogliere dati standardizzati sull’apprendimento vocale di quasi 900 pappagalli di 73 specie differenti, un campione che sarebbe stato impossibile raccogliere sui pappagalli selvatici.
I ricercatori hanno trovato notevoli differenze tra le diverse specie. Ad esempio, alcune specie imitano molto meglio di altre. Si è scoperto che i pappagalli cenerini africani, a lungo considerati i migliori nell’apprendimento dei suoni umani, avevano i repertori più vasti, con una media di circa 60 parole umane. Anche Cacatua, Amazona e Ara erano ottimi imitatori, con repertori medi di 20-30 parole. La maggior parte delle specie imparava più frasi che suoni, ma alcune, compresi i Calopsiti e gli Inseparabili di Fischer, imparavano più suoni umani che frasi.
Lo studio ha concluso che l’età e il sesso sono deboli predittori del mimetismo vocale. Le analisi basate sull’età hanno mostrato che i giovani hanno ampliato i loro repertori fino a raggiungere la maturità, ma successivamente le dimensioni del repertorio hanno raggiunto un plateau. Gli uccelli di cinquant’anni non avevano repertori più ampi degli uccelli di 5 anni.
Le analisi basate sul sesso hanno mostrato che i maschi e le femmine della maggior parte delle specie erano ugualmente buoni imitatori. Ci sono, tuttavia, alcune eccezioni, tra cui i parrocchetti ondulati, in cui i maschi hanno repertori vocali più ampi, i pappagallini del Pacifico, tra i quali solo i maschi erano noti per “parlare”, e le amazzoni testagialla, tra le quali le femmine imparano più suoni.
“Questa ricerca evidenzia quanto i pappagalli hanno ancora da insegnarci”, ha detto la coautrice Christine Dahlin, professoressa associata di Biologia presso l’UPJ. “Circa il 30% delle specie di pappagalli in natura sta diminuendo al punto da essere minacciato, in pericolo o in pericolo critico, principalmente a causa del bracconaggio e della perdita dell’habitat. Senza la conservazione delle popolazioni rimanenti, rischiamo di perdere l’opportunità di comprendere l’evoluzione della complessa comunicazione in questi incredibili animali.” (30Science.com)

Alessandro Berlingeri
Adoravo parlare di Fantascienza con mia madre prima di dormire e tirar fuori strane teorie anziché ascoltare le favole della buonanotte. La conseguenza? Una laurea in Fisica all’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" con una tesi sui “Metodi per la Ricerca di Pianeti Extrasolari”. Mi dedico dal 2008 alla Divulgazione Scientifica ovunque sia possibile, nelle scuole, in grandi eventi pubblici, in musei, in grandi strutture scientifiche di Roma, radio, televisione, internet.. ovunque! Ho affiancato il tutto alle mie passioni di tutta una vita: il nuoto, la musica, il cinema ed ogni sfaccettatura nerd che si possa immaginare.