(30science.com) – Roma, 22 nov. – I coralli resistenti alle malattie possono contribuire a ridurre il rischio di infezione tra i propri simili vulnerabili. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Report, condotto dagli scienziati dell’Università della California Davis. Il team, guidato da Anya Brown, ha esaminato le popolazioni di coralli a Little Cayman, nelle Isole Cayman. I ricercatori hanno monitorato l’insorgenza di malattie su 650 frammenti di coralli per oltre cinque mesi. I coralli dello stesso genotipo coltivati insieme, spiegano gli autori, tendono ad essere più vulnerabili alle malattie rispetto agli esemplari che crescono in u ambiente ricco di genotipi differenti.
- La professoressa assistente dell’UC Davis Anya Brown si tuffa in una barriera corallina a Little Cayman come parte di uno studio di ricerca. CREDITO Julie Meyer/Università della Florida
- La malattia della banda bianca infetta A. cervicornis, un corallo staghorn caraibico in via di estinzione. (Dagny Anastassiou/CCMI) CREDITO Dagny Anastassiou/CCMI
- Il corallo staghorn caraibico mostra segni di malattia della banda bianca. La malattia appare per la prima volta come bande bianche sui coralli vivi e il tessuto infetto si stacca, lasciando solo lo scheletro del corallo. CREDITO Dagny Anastassiou/CCMI
“Il nostro lavoro – afferma Brown – dimostra che alcuni coralli vulnerabili possono essere coadiuvati dai loro simili più resistenti. La vicinanza con i genotipi forti contribuisce a proteggere i coralli suscettibili agli effetti della malattia”. Questi risultati, commentano gli studiosi, forniscono nuove prove del fatto che la diversità genetica rappresenta un significativo vantaggio per ridurre la trasmissione di malattie tra i coralli. Allo stesso tempo, il lavoro evidenzia l’importanza di considerare attentamente la disposizione dei coralli nei progetti di ripristino delle barriere. Il gruppo di ricerca ha dimostrato che gli animali che vivevano su telai con una miscela di genotipi erano sostanzialmente più resistenti al rischio di sbiancamento e di altre problematiche. Questi meccanismi sono molto simili alle dinamiche che si verificano nella popolazione umana, spiegano gli autori: gli individui immunizzati contro una determinata minaccia batterica o virale possono infatti agire come una sorta di barriera riducendo la possibilità di trasmissione tra le persone più fragili. Gli esperti sperano che questi risultati possano favorire l’adozione di progetti di ripristino della barriera corallina più efficaci e orientati a ridurre il rischio di trasmissione di malattie. “Organizzare gli esemplari in base alle differenze genotipiche – conclude Brown – rappresenta una strategia semplice ma efficace per migliorare la resistenza dei coralli alla malattia. Questo approccio contribuirebbe allo sviluppo della resilienza nelle barriere, favorendo la sopravvivenza dei coralli e di tutti gli ecosistemi supportati da questa specie così preziosa”. (30science.com)