(30Science.com) ─ Roma, 2 nov. ─ Un’analisi congiunta di opere d’arte e fotografie ha rivelato come gli atteggiamenti umani nei confronti dei rinoceronti siano cambiati nel tempo, dalla predazione alla conservazione, e l’analisi fotografica ha mostrato una riduzione delle dimensioni dei corni di rinoceronte, in tutte le specie studiate, forse guidata dalla caccia umana. I database di immagini possono essere utilizzati come alternativa alle collezioni dei musei quando si studiano i cambiamenti a lungo termine nell’interazione uomo-natura e come materiale nella ricerca ecologica ed evolutiva. Lo ha dimostrato un team internazionale di scienziati, guidato dall’Università di Helsinki, ed i loro risultati sono stati pubblicati su People and Nature.
Quattro delle cinque specie di rinoceronti che sopravvivono oggi sono minacciate di estinzione, nonostante il loro status di uno dei gruppi di mammiferi più popolari e riconoscibili oggi. Il loro declino è stato determinato dalla caccia alle loro corna e dalla perdita dei loro habitat. Per interpretare al meglio la difficile situazione dei rinoceronti, è importante comprendere la storia del loro rapporto con gli esseri umani. I rinoceronti sono presenti nell’arte europea da oltre 500 anni e questo rappresenta una preziosa fonte di informazioni per i ricercatori. Il Rhino Resource Center ha raccolto oltre 4000 immagini di rinoceronti ed è il più grande database di questo tipo al mondo.
“In altri animali che vengono cacciati per i trofei, come elefanti e pecore selvatiche, le dimensioni di questi trofei sono diminuite nel tempo a causa della selezione naturale. Ciò suggerisce che la stessa cosa potrebbe accadere con i corni di rinoceronte”, ha affermato Oscar Wilson, l’autore principale dello studio. “Poiché sono così importanti nell’arte europea e il Rhino Resource Center era già ben curato, i rinoceronti erano un ottimo punto di partenza per questa indagine, ma non c’è motivo per cui le analisi basate sulle immagini non possano essere applicate ad altri animali. Le stesse tecniche funzionerebbero molto bene per elefanti o tapiri, ad esempio. Il potenziale per lo stesso tipo di risorse da sviluppare per questi animali è davvero eccitante.” (30Science.com)