Valentina Di Paola

Gli ornitorinchi sono più vulnerabili alle dighe

(4 Novembre 2022)

(30science.com) – Roma, 4 nov. – Le popolazioni di ornitorinchi che vivono nei fiumi interrotti da grandi dighe potrebbero essere più vulnerabili alle minacce di natura antropogenica e ambientale. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Biology, condotto dagli scienziati dell’Università del New South Wales. Il team, guidato da Luis Mijangos, ha esaminato la composizione genetica degli ornitorinchi nei fiumi vicini alle grandi dighe del New South Wales.

Tra questi, gli esperti hanno considerato il fiume Ovens, il Mitta Mitta e il Tenterfield. Gli ornitorinchi, dei mammiferi monotremi, spiegano gli autori, sono caratterizzati da una combinazione unica di peculiarità e costituiscono una specie minacciata in molti stati australiani. Il gruppo di ricerca ha scoperto che le grandi dighe rappresentano un ostacolo significativo ai movimenti di questi animali, il che può favorire una maggiore differenziazione genetica tra gli esemplari che si trovano ai due lati delle dighe. L’indagine rivela infatti che la differenziazione genetica sembra incrementare a seguito della costruzione della diga. “Abbiamo estratto il DNA dal sangue raccolto dai nostri ricercatori della Platypus Conservation Initiative – commenta Mijangos – grazie a migliaia di marcatori molecolari, siamo stati in grado di identificare una forte discrepanza genetica tra gli animali che vivono sopra e quelli che invece si trovano oltre le dighe”. “Il nostro lavoro – aggiunge Richard Kingsford, direttore del Centro UNSW per la scienza degli ecosistemi – ha implicazioni significative per la conservazione dell’ornitorinco. La limitazione dei movimenti degli animali rende le popolazioni sempre più vulnerabili alle minacce ambientali e antropogeniche”. Allo stesso tempo, continuano gli autori, questa situazione aumenta la possibilità di consanguineità e perdita della variazione genetica adattativa. La letteratura scientifica dimostra che gli ornitorinchi stanno diminuendo in molte parti del loro areale nell’Australia orientale e questo lavoro evidenzia una delle principali minacce per questa specie unica. “Ci sono ancora moltissimi aspetti che non conosciamo legati all’ecologia dell’ornitorinco – conclude Gilad Bino, leader della Platypus Conservation Initiative – questi risultati sottolineano l’importanza di comprendere e gestire i rischi per i monotremi, in modo da sviluppare e pianificare strategie di conservazione e gestione della biodiversità nelle zone limitrofe alle grandi dighe. Potremmo ad esempio elaborare delle strutture di passaggio per favorire la dispersione degli animali”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).