Valentina Di Paola

Ecco come convertire le acque reflue in biogas

(4 Novembre 2022)

(30science.com) – Roma, 4 nov. – Un nuovo metodo per trattare le acque reflue potrebbe convertire in modo efficiente i rifiuti in biogas, attraverso un processo ecosostenibile che porterebbe a un risparmio notevole nella gestione dei rifiuti. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Waste Management, condotto dagli scienziati della Washington State University. Il team, guidato da Birgitte Ahring, ha valutato una tecnologia di pretrattamento utilizzando vapore ad alta pressione contenente ossigeno per abbattere i fanghi di depurazione. Questo approccio, sostengono gli autori, può convertire oltre l’85 per cento del materiale organico in biogas, utile alla produzione di elettricità o potenzialmente trasformabile in gas naturale rinnovabile. “Potremmo iniziare a esplorare le potenzialità di questo metodo nello stato di Washington – sottolinea Ahring – il nostro sistema permetterebbe di sfruttare il potenziale dei rifiuti organici”. Circa il 50 per cento degli impianti di trattamento delle acque reflue negli Stati Uniti utilizza la digestione anaerobica per ridurre rifiuti organici, ma in molti casi il processo è poco efficiente e i materiali residui vengono smaltiti nelle discariche. Gli impianti di trattamento delle acque reflue utilizzano anche grandi quantità di elettricità per la depurazione. “La possibilità di produrre elettricità o gas naturale rinnovabile – commenta Ahring – ridurrebbe significativamente l’uso di combustibili fossili. Si tratta di un approccio di economia circolare. La nostra metodologia può essere utile anche su piccola scala”. Il gruppo di ricerca sta lavorando con Clean-Vantage, una start-up di tecnologie pulite con sede a Richland, e con il Pacific Northwest National Laboratory (PNNL), allo scopo di dimostrare la fattibilità di questo processo. Gli esperti stanno anche studiando come convertire in modo efficiente il biogas in gas naturale rinnovabile, che consentirebbe alle comunità rurali di produrre carburante per trasporti locali. (30science.com) Valentina Di Paola

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).