(30Science.com) – Roma, 4 nov. – Un passo avanti nella comunicazione con le persone sordocieche è stato fatto grazie ad un progetto di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha prodotto 4 video-dizionari sui segnali aptici, segnali tattili che mettono le persone sordocieche in grado di capire meglio la realtà che li circonda.
Il progetto di ricerca “Social Haptic Signs for Deaf and Blind in Education”, promosso dalla Commissione Europea e dal programma Erasmus+, è durato tre anni ed è stato condotto dalla dottoranda Laura Volpato con la supervisione della professoressa Anna Cardinaletti. Il progetto è stato lanciato nel 2019 dall’European Sign Language Centre (Svezia) e coinvolge altri tre partner europei: l’Estonian Association of Teachers of Deaf/Hearing Impaired Children (Estonia), l’Universidade de Porto (Portogallo) e l’Università Ca’ Foscari Venezia.
Il risultato si traduce in 4 video-dizionari che verranno caricati nella piattaforma Spread the Sign, il dizionario online che si propone di raccogliere tutte le lingue dei segni del mondo. Ma in che modo vi si inseriscono i segnali aptici e che cosa sono?
I segnali aptici consistono in una serie di segnali tattili, utili per la comunicazione con le persone sordocieche. Questi segnali vengono realizzati in una parte del corpo neutra – generalmente sul braccio, sulla spalla, sulla schiena, sul ginocchio (dipende dalla posizione in cui si trova la persona). Si tratta per lo più di segnali brevi, che servono ad informare la persona su ciò che sta accadendo attorno a sé, e che altrimenti non sarebbe in grado di captare da sola. Le informazioni possono essere di due tipi: ambientali e sociali. Le prime facilitano la comprensione dello spazio nel quale la persona si trova. Ad esempio, se si è in un ufficio postale, si utilizzeranno dei segnali aptici per indicare dove si trovano le sedie per l’attesa, o dove si trova lo sportello. Le seconde invece, quelle sociali, danno informazioni sulle interazioni con le persone: se, per esempio, la persona sordocieca sta tenendo un discorso di fronte ad una platea, si segnala se c’è qualcuno che sbadiglia, o che ride, o che va via, ecc. In questo modo la persona sordocieca può affrontare diverse situazioni con una maggiore autonomia.
Una particolarità dei segnali aptici è la loro trasversalità e intuitività; in altre parole funzionano con tutte le persone sordocieche. È infatti importante ricordare che ogni persona sordocieca ha una storia differente: per esempio, chi è sordo dalla nascita e poi perde la vista, potrebbe trovare nella LIS tattile il suo metodo di comunicazione preferito, mentre chi nasce cieco e poi perde l’udito potrebbe preferire la comunicazione verbale attraverso dispositivi come protesi acustiche oppure la comunicazione scritta braille, proseguendo con numerose altre variabili. I segnali aptici si propongono quindi di essere talmente semplici ed intuitivi da poter funzionare per tutti, a prescindere dal metodo di comunicazione usato normalmente. I segnali aptici non sostituiscono quest’ultimo, ma servono soprattutto a dare sfumature in più rispetto alla situazione sociale nella quale ci si trova. Inoltre, la comunicazione socio-aptica può agevolare anche persone cieche, ipovedenti, sorde, con deficit cognitivi o con pluriminorazione psicosensoriale.
Infine, Laura Volpato sottolinea che il sistema socio-aptico è un metodo di comunicazione, non una lingua, e va negoziato con le persone che lo utilizzano. Partendo da questo assunto, la ricerca è stata condotta assieme a 9 persone sordocieche provenienti dal nord-Italia. Dopo una prima introduzione sulla natura dei segnali aptici, si è lavorato insieme per decidere quali fossero i segnali più utili per la comunicazione (fase di negoziazione), che sono stati poi approvati dal gruppo di lavoro ed in parte testati da un gruppo di lavoro più allargato. Costretti dall’emergenza sanitaria, il lavoro è stato svolto perlopiù a distanza, e reso possibile grazie ad una “persona di contatto” per ogni partecipante (una persona vicina che potesse senza problemi comunicare a stretto contatto con l’interessato o interessata). Partner preziosissima per questa ricerca è stata la Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus, senza la quale molto del lavoro svolto non sarebbe stato possibile.
Il lavoro caricato nella piattaforma Spread the Sign includerà: un video per ogni segnale, un’immagine che illustra i movimenti da compiere, una descrizione a parole. Tutti questi elementi sono stati pensati per facilitare la visione anche per chi ha deficit di vista, quindi con colori ad alto contrasto visivo e caratteri accessibili.
Come ultimo step della ricerca, l’11 Novembre 2022 alle 15 in Tesa 1 a CFZ si terrà l’evento moltiplicatore “Un video-dizionario per la comunicazione socio-aptica in Italia: uno strumento in più per comunicare” – Cultural Flow Zone, nel quale saranno presenti anche i protagonisti della ricerca, che racconteranno la loro esperienza del progetto e faranno una breve dimostrazione dell’utilizzo dei segnali aptici.(30Science.com)