(30science.com) – Roma, 3 ott. – Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences) è riuscito a tenere traccia delle riduzioni di emissioni derivanti dalle spedizioni navali a livello globale analizzando i cambiamenti nelle nuvole. Il trasporto marittimo produce il 13 per cento dell’anidride solforosa a livello globale, che, una volta ossidata in aerosol di solfato, può contrastare parzialmente l’effetto di riscaldamento dei gas serra, influenzando così il cambiamento climatico.
Le cosiddette “tracce delle navi”, che sono specifiche regioni lunghe e strette delle nuvole, offrono un mezzo visivo utile, secondo lo studio, per monitorare le emissioni delle navi. Grazie a questo mezzo è anche possibile monitorare gli effetti delle normative sui carburanti delle navi sulle emissioni di settore. Per valutare anche questi dati Duncan Watson-Parris e i suoi colleghi, autori del nuovo studio, hanno applicato un modello di apprendimento automatico basato su immagini satellitari e prodotto un database globale di oltre un milione di “tracce delle navi” negli ultimi 20 anni. Gli autori hanno analizzato l’impatto dei limiti sul contenuto di zolfo nell’olio combustibile, emanati dall’Organizzazione marittima internazionale nel gennaio 2020. L’analisi ha rivelato una riduzione uniforme delle “tracce delle navi” e delle emissioni associate in risposta tra l’altro proprio alle normative sui carburanti. Gli autori osservano che il declino osservato non è lineare, con una riduzione dell’80 per cento delle emissioni di biossido di zolfo e altri ossidi di zolfo legato a una riduzione del 25 per cento delle tracce delle navi. Secondo gli autori, i risultati dimostrano l’utilità di combinare l’apprendimento automatico e i dati di osservazione della Terra per monitorare gli effetti delle normative sulla riduzione delle emissioni. (30science.com)