Valentina Di Paola

Scienza: perché alcune persone sono magneti per le zanzare

(28 Ottobre 2022)

(30science.com) – Roma, 28 ott. – La presenza di acidi grassi emanati dalla pelle potrebbe guidare la suscettibilità ai pizzichi di zanzara. In contrasto con la moltitudine di teorie popolari sull’argomento, questa conclusione è stata raggiunta da uno studio, pubblicato sulla rivista Cell, condotto dagli scienziati del Laboratorio di neurogenetica e comportamento presso la Rockefeller University. Il team, guidato da Leslie Vosshall e Maria Elena De Obaldia, ha valutato le variazioni individuali dell’odore legate al microbiota cutaneo, e il modo in cui queste peculiarità possano attrarre o respingere le zanzare. I ricercatori hanno chiesto a otto partecipanti di indossare calze di nylon sugli avambracci per sei ore al giorno. Nell’indagine, durata tre anni, gli scienziati hanno testato tutte le varie combinazioni di nylon, utilizzando un test olfattometrico per valutare il microbiota della pelle di ogni individuo. Gli studiosi hanno valutato le risposte delle zanzare Aedes Aegypti, la specie responsabile della trasmissione di malattie come Zika, dengue, febbre gialla e chikungunya. Gli esperti hanno scoperto che un soggetto sembrava 100 volte più a rischio di morsi rispetto al meno interessante per le zanzare, e quattro volte più pizzicato rispetto al secondo in classifica, indipendentemente dal tipo di nylon indossato. “C’è un’associazione molto forte tra gli acidi grassi sulla pelle e il rischio di pizzico di zanzara – afferma Vosshall – i nostri risultati sono stati davvero sorprendenti”. Dopo aver diviso i volontari in base al grado di rischio, gli esperti hanno utilizzato tecniche di analisi chimica per identificare i composti molecolari associati alle preferenze delle zanzare. Questo approccio ha mostrato che la presenza di determinati acidi grassi sembrava guidare la percentuale di suscettibilità. Per confermare i risultati, il team ha arruolato altre 56 persone. “Alcuni soggetti sono stati coinvolti per diversi anni – commenta De Obaldia – e abbiamo osservato che il grado di suscettibilità alle zanzare restava stabile nel tempo. Questi risultati potrebbero essere utili per lo sviluppo di repellenti più efficaci”. “Non abbiamo avuto modo di provare questa teoria – conclude Vosshall – ma se i nostri risultati saranno confermati, potremmo ideare un approccio in grado di alterare il microbiota della pelle in modo da ridurre l’interesse delle zanzare per i soggetti più vulnerabili. Allo stesso tempo, sarà interessante osservare l’effetto degli acidi grassi su altre specie di zanzare per capire se i parametri di preferenza risultano differenziati”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).