Alessandro Berlingeri

Il buco dell’ozono continua a ridursi nel 2022

(28 Ottobre 2022)

(30Science.com) ─ Roma, 28 ott. ─ Il buco dell’ozono antartico ha raggiunto un’area media di 23,2 milioni di chilometri quadrati tra il 7 settembre ed il 13 ottobre 2022. Questa area impoverita dello strato di ozono sopra il Polo Sud è quindi leggermente più piccola rispetto allo scorso anno e sta continuando il trend generale di contrazione degli ultimi anni. Ad annunciarlo è il Goddard Space Flight Center della NASA.
“Nel corso del tempo, sono stati compiuti progressi costanti e il buco si sta riducendo”, ha affermato Paul Newman, scienziato capo per le scienze della Terra presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland. “Vediamo alcune oscillazioni poiché i cambiamenti meteorologici e altri fattori fanno oscillare leggermente i numeri da un giorno all’altro e da una settimana all’altra, ma nel complesso, lo vediamo diminuire negli ultimi due decenni. L’eliminazione delle sostanze dannose per l’ozono attraverso il Protocollo di Montreal sta restringendo il buco.”
Lo strato di ozono – la porzione della stratosfera che protegge il nostro pianeta dai raggi ultravioletti del Sole – si assottiglia per formare un “buco dell’ozono” sopra il Polo Sud ogni settembre. Forme chimicamente attive di cloro e bromo nell’atmosfera, derivate da composti prodotti dall’uomo, si attaccano alle nubi polari di alta quota ogni inverno meridionale. Il cloro e il bromo reattivi iniziano quindi reazioni distruttive dell’ozono quando il Sole sorge alla fine dell’inverno dell’Antartide.
I ricercatori della NASA e della NOAA rilevano e misurano la crescita e la rottura del buco dell’ozono con strumenti a bordo dei satelliti Aura, Suomi NPP e NOAA-20.
Alcuni scienziati erano preoccupati per i potenziali impatti stratosferici dell’eruzione del gennaio 2022 del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, vulcano sottomarino delle Tonga, come per l’eruzione del Monte Pinatubo del 1991 che rilasciò notevoli quantità di anidride solforosa in grado di amplificare l’esaurimento dello strato di ozono. Tuttavia, nei dati stratosferici antartici non sono stati rilevati impatti diretti da Hunga Tonga. (30Science.com)

Alessandro Berlingeri
Adoravo parlare di Fantascienza con mia madre prima di dormire e tirar fuori strane teorie anziché ascoltare le favole della buonanotte. La conseguenza? Una laurea in Fisica all’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" con una tesi sui “Metodi per la Ricerca di Pianeti Extrasolari”. Mi dedico dal 2008 alla Divulgazione Scientifica ovunque sia possibile, nelle scuole, in grandi eventi pubblici, in musei, in grandi strutture scientifiche di Roma, radio, televisione, internet.. ovunque! Ho affiancato il tutto alle mie passioni di tutta una vita: il nuoto, la musica, il cinema ed ogni sfaccettatura nerd che si possa immaginare.