Valentina Di Paola

Ricercatori svizzeri hanno scoperto come alleviare gli incubi

(28 Ottobre 2022)

(30science.com) – Roma, 28 ott. –La riproduzione di un semplice suono associato a un’esperienza diurna positiva può ridurre la ricorrenza di incubi e brutti sogni. Sebbene possa sembrare la trama di una pellicola fantascientifica, questo risultato è stato dimostrato dagli scienziati dell’Università di Ginevra, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Current Biology per rendere note le scoperte del proprio lavoro. Il team, guidato da Lampros Perogamvros, ha coinvolto 36 pazienti sottoposti alla terapia standard per le persone che soffrono di incubi. Questo approccio, spiegano gli esperti, consiste nella stimolazione di pensieri positivi per cercare di proiettare le sensazioni piacevoli nel sogno. La metà dei volontari ha inoltre testato una terapia innovativa per valutare la possibilità di influenzare la natura dei sogni: questi individui dovevano creare un’associazione tra una versione positiva del loro incubo e un suono durante un esercizio di immaginazione praticato quotidianamente. Durante la notte, per due settimane, i soggetti hanno inoltre indossato una fascia che inviava una riproduzione di quel suono. “Esiste una relazione tra le emozioni vissute durante la realtà onirica e il benessere emotivo – afferma Perogamvros – abbiamo dimostrato la possibilità di ridurre la frequenza di sogni emotivamente forti negativi nei pazienti che soffrono di incubi. Nella nostra indagine, abbiamo osservato una rapida diminuzione della frequenza degli incubi e un graduale aumento dei sogni piacevoli”. Entrambi i gruppi, riportano gli autori, hanno sperimentato una minore frequenza degli incubi durante la settimana, ma chi aveva seguito la terapia di associazione riportava una frequenza maggiore di sensazioni positive durante i sogni. I risultati supportano l’idea di valutare questa terapia su scale più ampie e con diversi tipi di popolazione per determinare l’estensione e la generalizzabilità della sua efficacia. “Questi risultati sono molto promettenti – conclude Perogamvros – e gettano nuova luce sullo studio dell’elaborazione emotiva durante il sonno da un lato e sulla possibilità di sviluppare nuove terapie dall’altro”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).