(30Science.com) – Roma, 13 ott. – È stato pubblicato sul “Journal of Neuroscience” un nuovo studio del laboratorio di Neuroanatomia dell’Università di Parma (Unità di Neuroscienze, Dipartimento di Medicina e Chirurgia) sull’organizzazione delle proiezioni della corteccia cerebrale ai gangli della base.
Autori della ricerca sono Elena Borra, Dalila Biancheri, Marianna Rizzo, Fabio Leonardi e Giuseppe Luppino.
I gangli della base sono un gruppo di strutture sottocorticali interconnesse tra loro che elaborano informazioni provenienti principalmente dalla corteccia cerebrale e che giocano un ruolo importante in funzioni motorie e cognitive. Disfunzioni di queste strutture sono causa di disturbi del controllo motorio come nel morbo di Parkinson, una delle più comuni patologie neurologiche di tipo degenerativo, e di disturbi del comportamento di interesse sia neurologico sia psichiatrico come la sindrome di Tourette, disturbi ossessivi compulsivi, dipendenze da droghe d’abuso.
Lo studio appena pubblicato ha descritto per la prima volta in modo sistematico l’esistenza di proiezioni ai gangli della base provenienti dall’emisfero controlaterale. Queste proiezioni, che originano soprattutto da aree frontali e limbiche, in molti casi sono quantitativamente paragonabili a quelle provenienti dalle stesse aree dell’emisfero dello stesso lato. Queste connessioni rappresentano un’ulteriore via anatomica per una distribuzione bilaterale di informazioni motorie, motivazionali e cognitive finalizzate a meccanismi di apprendimento basato sul rinforzo, alla selezione delle azioni più vantaggiose e per l’apprendimento di strategie motorie compensatorie dopo ictus con interessamento della corteccia motoria.
I risultati di questo studio si aggiungono a precedenti ricerche dello stesso laboratorio che hanno mostrato nuovi e diversi gradi di complessità della circuiteria tra corteccia e gangli della base.
Lo studio pubblicato sulla rivista della Society for Neuroscience americana, interamente condotto nel laboratorio di Neuroanatomia, è stato reso possibile anche grazie a un finanziamento erogato dall’Università di Parma con il sostegno della Fondazione Cariparma, assegnato al docente di Fisiologia Giuseppe Luppino.(30Science.com)