(30Science.com) – Roma, 25 ott. – Esiste anche un nucleare buono, come quello utilizzato a beneficio dei pazienti, in tante declinazioni. E lo dimostrano i diversi campi di attività della nuova facility di Radiofarmacia (denominata TracerGLab), inaugurata oggi presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, all’interno del parco tecnologico GSTeP.
Nella nuova struttura, inaugurata oggi, si produrranno non solo i Radiofarmaci già usati di routine per gli esami di Medicina Nucleare, come la PET, ma anche tutta una nuova generazione di ‘radioisotopi’ coniugati a ‘frecce’ molecolari che andranno a caccia di bersagli sulle cellule malate, con una precisione altissima. Questo è il nuovo campo della ‘Teranostica’, che coniuga diagnostica e terapia con radiofarmaci, utilizzando gli strumenti più innovativi della Medicina Nucleare, una specialità che vede l’Italia tra i primi Paesi al mondo.
Al taglio del nastro erano presenti Giovanni Scambia, direttore scientifico Fondazione Gemelli IRCCS, Salvatore Annunziata, medico nucleare e coordinatore della nuova facility, Vincenzo Valentini, direttore del Dipartimento Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia, e Alessandro Giordano, direttore UOC Medicina Nucleare.
Salvatore Annunziata coordinerà un team multidisciplinare, con specialisti quali medici nucleari, radiofarmacisti, radiochimici, biotecnologi e fisici nucleari (personale ad alta specializzazione, difficile da reperire in Italia negli attuali corsi di laurea). La novità rispetto al passato è che questa sarà la prima facility in Italia a ospitare locali, attrezzature e personale interamente dedicati alla ricerca sui Radiofarmaci, oltre ai settori che continueranno ad occuparsi delle attività della routine clinica.
Cuore della facility è il Ciclotrone, già in uso al Gemelli da circa 20 anni e da allora periodicamente aggiornato nei suoi componenti. Nell’ambito della UOC di Medicina Nucleare, diretto dal professor Alessandro Giordano, il ciclotrone già produce radioisotopi convenzionali (es. fluoro-18, carbonio-11), garantendo la marcatura di radiofarmaci per circa 40 esami PET al giorno, cioè la metà di tutte le prestazioni della Regione Lazio, con volumi di produzione tra i primi in Italia. Grazie alla Radiofarmacia GSTeP (TracerGLab), questo acceleratore di particelle verrà utilizzato anche per bombardare nuovi target solidi, per produrre gallio-68, rame-64, zirconio-89 radioattivi, radioisotopi di ultima generazione prodotti finora solo in pochi altri paesi leader, come Germania, Olanda e Stati Uniti.
“Rame-64 e zirconio-89 – spiega il dottor Annunziata – sono radioisotopi innovativi per l’Italia, che si prestano molto bene ad esempio alla marcatura di nuovi ligandi recettoriali e anticorpi monoclonali, aprendo la strada ad una nuova era diagnostica di precisione, nonché ad una più evoluta medicina personalizzata, attraverso l’utilizzo di radiofarmaci ‘teranostici’ (ligando e isotopo radioattivo terapeutico).
Infatti già oggi garantiamo diagnostica e terapia con radiofarmaci basati su emissioni cosiddette ‘gamma’, ‘beta+’, ‘beta-’ e ‘alfa’. In particolare, le emissioni ‘alfa’ hanno un range molto ristretto, di precisione millimetrica, che non attraversano un foglio di carta, garantendo dunque una bassa dose sia ai tessuti sani che alle persone che assistono il paziente. FPG insomma offre in questo campo un servizio completo di produzione, acquisto, somministrazione e monitoraggio di radiofarmaci ad alta innovazione, sia per l’imaging (PET e scintigrafia), che per applicazioni terapeutiche”.
Questo è il futuro, ma intanto la saga dei teranostici è già iniziata, con il vecchio Iodio (per il tumore della tiroide), poi con il DOTATOC (ligando dei tumori neuroendocrini), il PSMA (l’antigene di membrana della prostata) e presto con il FAPI (fibroblast activation protein inhibitor), che colpisce uno degli scudi del tumore, lo stroma con i suoi fibroblasti.
“I radiofarmaci PET – spiega il dottor Annunziata – sono traccianti marcati con isotopi radioattivi a bassa dose (per il paziente la dose di radiazioni ricevute con le moderne PET è paragonabile o addirittura inferiore a quella di una TAC total body con mezzo di contrasto). I radiofarmaci PET negli anni sono stati utilizzati in molteplici campi, in particolare attraverso il glucosio radiomarcato, e applicati in tantissimi ambiti (oncologia, endocrinologia, neurologia, cardiologia). Oggi siamo in grado di produrre nuovi traccianti PET sperimentali, per alcuni dei quali saremo fra i primi in Italia e in Europa. Grazie alla UOC di Medicina Nucleare e Medipass SpA, già garantiamo circa 10 traccianti convenzionali di farmacopea o commerciali (es. 18F-FDG, 68Ga-DOTATOC per i tumori neuroendocrini, 18F-Colina per il cancro prostatico, 11C-metionina per le patologie secernenti e i tumori cerebrali, i traccianti dell’amiloide per la neurologia, l’ammonia per la cardiologia). Più recentemente abbiamo cominciato a produrre traccianti innovativi per il tumore della prostata, come il 68Ga/18F-PSMA, tra i pochi a Roma e nel Lazio. Adesso ci stiamo dotando di tre nuovi isotopi da ciclotrone come gallio-68, rame-64 e zirconio-89, in grado di legarsi a nuovi ligandi e anticorpi. Ci impegniamo dunque non più solo a garantire la routine clinica, ma anche la promozione di studi no-profit finanziati attraverso bandi competitivi (abbiamo già vinto un bando di ricerca finalizzata del Ministero della Salute sui linfomi), oltre che studi profit in collaborazione con diverse big company internazionali”.
“Stiamo così portando la Radiofarmacia e la Medicina Nucleare nel futuro – prosegue Annunziata – con l’obiettivo finale di una moderna teranostica personalizzata e di precisione, in cui potenzialmente ogni antigene di membrana e ogni recettore può essere tracciato, e quindi ogni patologia può essere potenzialmente trattata”. Le singole patologie saranno in futuro tracciabili con precisione, migliorando così la personalizzazione delle cure e riducendo la tossicità della chemio e della radioterapia. Infatti, molti ligandi possono legarsi sia all’isotopo diagnostico che a quello terapeutico (teranostica). Alcune di questi radiofarmaci esistono già per i tumori neuroendocrini (DOTATOC) e i tumori della prostata (PSMA). A breve arriveranno i ligandi del microambiente tumorale, tra cui i cosiddetti FAPI (inibitori dei fibroblasti attivati, importanti ad esempio nei tumori ginecologici e gastro-enterici). Lo step successivo è rappresentato dagli anticorpi monoclonali. “Saremo cioè in grado – spiega il dottor Annunziata – di usare gli stessi immunoterapici che oggi si usano ‘freddi’ in oncologia (come anti-PDL1, anti-EGFR, anti-HER2, ecc) anche per la diagnostica e per la teranostica con radiofarmaci. Saremo cioè letteralmente in grado di ‘vedere per curare’ e ‘curare quello che vediamo’.
Grazie alla nuova facility, saremo i primi in Italia a produrre gallio, zirconio e rame da ciclotrone in ambito prettamente ospedaliero, fra i primi in Europa a produrre una serie di radiofarmaci completamente sperimentali, per i quali stiamo già partecipando a diversi bandi sia italiani che europei. Saremo insomma la prima facility ospedaliera in Italia interamente dedicata alla ricerca sui radiofarmaci sperimentali”. Il tutto coniugato con i plus della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS: la vasta casistica di pazienti in tutte le principali patologie, comprese le malattie rare; la lunga esperienza clinica del centro PET nella routine clinica; un team giovane, multidisciplinare e internazionale per la parte sperimentale, in network con le principali società internazionali di medicina nucleare (AIMN, EANM, EARL, SNMMI), e con prestigiosi atenei e istituti di ricerca del settore (Università di Leiden, Groeningen, Zurigo e Lugano, King’s College di Londra, Memorial Sloan Kettering di New York, University of California). Insomma tanta ricerca di qualità, sostenibile e meritocratica perché promossa e finanziata attraverso bandi competitivi, oltre che attraverso molte possibili partnership private.
La nuova Radiofarmacia di FPG sta dunque evolvendo verso la produzione e lo studio di nuovi traccianti sperimentali, sotto il coordinamento dell’IRCCS e del Parco Tecnologico di GSTeP.
“Un importante sviluppo tecnologico – commenta il professor Giovanni Scambia- radicato nella tradizione, ma proiettato nel futuro. Che è anche un esempio molto attuale di nucleare buono, grazie al quale fare ricerca scientifica e sviluppo tecnologico in sicurezza, con beneficio di cura e bassa tossicità per i pazienti, nel solco della medicina personalizzata e di precisione del terzo millennio”. (30Science.com)