Valentina Di Paola

Scienza: i Bitcoin inquinano come l’allevamento intensivo

(30 Settembre 2022)

(30science.com) – Roma, 30 set. –  L’estrazione di Bitcoin provoca danni ambientali in misura maggiore rispetto all’allevamento intensivo di carne bovina. Questo sorprendente risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Università del New Mexico. Il team, guidato da Benjamin Jones, ha valutato le conseguenze negative sull’ambiente provocate dalla produzione della valuta digitale. I ricercatori hanno esaminato le informazioni relative alle emissioni e a una serie di altri parametri, confrontando l’impatto ambientale di diversi beni. Stando a quanto emerge dall’indagine, tra il 2016 e il 2021 i danni ambientali legati all’estrazione di criptovalute sono aumentati di 126 volte, con ogni moneta che generava 11.314 dollari di conseguenze climatiche. Stando a quanto emerge dall’indagine, inoltre, durante il periodo di studio, i danni e le emissioni ammontano a circa il 35 per cento del valore di mercato di Bitcoin. Per il gas naturale questo indicatore raggiunge il 46 per cento, mentre la benzina derivante da petrolio greggio è associata a danni pari a circa il 41 per cento rispetto al proprio valore di mercato. A preoccupare, sottolineano gli esperti, è il dato relativo ai danni climatici associati alla produzione alla carne bovina, di due punti percentuali inferiore rispetto alla criptovaluta. I costi di estrazione dell’oro, infine, provocano conseguenze sull’ambiente pari al 4 per cento rispetto al valore di mercato del bene. I Bitcoin non soddisfano i criteri di sostenibilità, concludono gli autori, per cui sembra urgentemente necessario intraprendere azioni di normazione e regolamentazione per rendere l’estrazione di criptovalute più rispettosa dell’ambiente. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).