Valentina Di Paola

Scienza: anche la Germania ora punta sui nanosatelliti

(30 Settembre 2022)

(30science.com) – Roma, 30 set. – Dalla NASA all’ESA, molte agenzie spaziali hanno investito nella tecnologia dei nanosatelliti, delle dimensioni di una scatola da scarpe ma in grado di supportare veicoli più grandi. Nel prossimo futuro, anche il Centro di ricerca interdisciplinare per gli studi extraterrestri (IFEX) della Julius-Maximilians-Universität Würzburg (JMU) in Baviera, valuterà la possibilità di destinare fondi a missioni del genere. Questo è infatti l’obiettivo primario del progetto SATEX, che prenderà il via il primo ottobre, con la durata di un anno.

Visualizzazione di un nanosatellite durante una missione extraterrestre in prossimità della luna. (Immagine: Hakan Kayal / Università di Würzburg)

Finanziato dall’Agenzia spaziale del Centro aerospaziale tedesco (DLR) con fondi del Ministero federale dell’economia e della protezione del clima, SATEX esaminerà quali punti focali sono adatti all’uso di missioni nanosatellitari, analizzando al contempo le possibilità tecniche del quadro nazionale, europeo e internazionale. Moltissimi satelliti per la comunicazione, la navigazione o l’osservazione della Terra, osservano gli esperti, gravitano attorno al pianeta, e i nanosatelliti vengono già impiegati per le missioni lunari. Questi dispositivi agiscono autonomamente, ma possono supportare veicoli spaziali più grandi. Ne è un esempio la missione Mars Cube One, nell’ambito della quale sono stati costruiti due nanosatelliti che hanno contribuito al successo della missione MarsInsight nel 2018. “Nel programma Artemis – osserva Hakan Kayal, docente di Tecnologia spaziale presso la JMU – la NASA predisporrà dieci nanosatelliti da portare sulla Luna. L’Agenzia spaziale europea, invece, con la missione Hera, spedirà due nanosatelliti su un asteroide”. I nanosatelliti sono interessanti perché, mentre il costo del trasporto nello spazio interplanetario sta diminuendo, le loro capacità tecniche avanzano incredibilmente. “Sembra sensato studiare sistematicamente le tecnologie necessarie, le sfide, i potenziali obiettivi e i vantaggi di questi dispositivi – aggiunge Kayal – dopo una fase di analisi, SATEX mira a sviluppare proposte concrete per possibili missioni nazionali”. (30science.com) Valentina Di Paola

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).