Valentina Di Paola

Nuotare nel ghiaccio fa davvero bene?

(23 Settembre 2022)

Salute: nuotare nel ghiaccio fa davvero bene?

(30science) – Roma, 23 set. – Immergersi nell’acqua fredda potrebbe essere effettivamente utile per ridurre la percentuale di grasso “cattivo”, e limitare il rischio di disturbi come il diabete, ma i benefici per la salute in generale non sono del tutto chiari. Questi, in estrema sintesi, sono i risultati di uno studio, pubblicato sull’International Journal of Circumpolar Health, condotto dagli scienziati dell’Università della Norvegia e dell’Ospedale Universitario della Norvegia settentrionale. Il team, guidato da James Mercer, ha esaminato 104 lavori precedenti, volti a indagare gli effetti sulla salute di una nuotata nell’acqua fredda, spesso comunemente considerata un toccasana per l’organismo. La maggior parte delle ricerche, precisano gli autori, coinvolgeva numeri esigui di partecipanti e non teneva conto delle differenze nella temperatura e nella salinità dell’acqua. “Il nostro lavoro – afferma Mercer – suggerisce che la letteratura scientifica sembra supportare la tendenza comune a immergersi in acqua fredda per ridurre i rischi per la salute, ma senza ulteriori approfondimenti, questo argomento è destinato a rimanere oggetto di dibattito”. L’immersione in acqua fredda, spiegano gli autori, ha un forte impatto sul corpo e innesca una risposta allo shock, ad esempio accelerando il battito cardiaco. Alcuni studi hanno riportato benefici sulla salute cardiaca, mentre in altri casi sembra che il carico di lavoro sul cuore risulti aumentato. “L’esposizione all’acqua a basse temperature – sottolineano gli studiosi – sembra aumentare la produzione di adiponectina, una proteina che svolge un ruolo chiave nella protezione contro l’insulino-resistenza, il diabete e altre malattie. Immersioni ripetute durante i mesi invernali sembravano incrementare significativamente la sensibilità all’insulina, indipendentemente dal livello di esperienza del nuotatore”. “Sarà opportuno valutare più approfonditamente gli effetti di questa pratica – conclude Mercer – e allo stesso tempo bisognerà educare le persone sui potenziali rischi associati all’immersione in acqua fredda, che comprendono le conseguenze dell’ipotermia e problemi cardiaci legati allo shock del freddo”. (30science) Valentina Di Paola

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).