Salute: nuotare nel ghiaccio fa davvero bene?
(30science) – Roma, 23 set. – Immergersi nell’acqua fredda potrebbe essere effettivamente utile per ridurre la percentuale di grasso “cattivo”, e limitare il rischio di disturbi come il diabete, ma i benefici per la salute in generale non sono del tutto chiari. Questi, in estrema sintesi, sono i risultati di uno studio, pubblicato sull’International Journal of Circumpolar Health, condotto dagli scienziati dell’Università della Norvegia e dell’Ospedale Universitario della Norvegia settentrionale. Il team, guidato da James Mercer, ha esaminato 104 lavori precedenti, volti a indagare gli effetti sulla salute di una nuotata nell’acqua fredda, spesso comunemente considerata un toccasana per l’organismo. La maggior parte delle ricerche, precisano gli autori, coinvolgeva numeri esigui di partecipanti e non teneva conto delle differenze nella temperatura e nella salinità dell’acqua. “Il nostro lavoro – afferma Mercer – suggerisce che la letteratura scientifica sembra supportare la tendenza comune a immergersi in acqua fredda per ridurre i rischi per la salute, ma senza ulteriori approfondimenti, questo argomento è destinato a rimanere oggetto di dibattito”. L’immersione in acqua fredda, spiegano gli autori, ha un forte impatto sul corpo e innesca una risposta allo shock, ad esempio accelerando il battito cardiaco. Alcuni studi hanno riportato benefici sulla salute cardiaca, mentre in altri casi sembra che il carico di lavoro sul cuore risulti aumentato. “L’esposizione all’acqua a basse temperature – sottolineano gli studiosi – sembra aumentare la produzione di adiponectina, una proteina che svolge un ruolo chiave nella protezione contro l’insulino-resistenza, il diabete e altre malattie. Immersioni ripetute durante i mesi invernali sembravano incrementare significativamente la sensibilità all’insulina, indipendentemente dal livello di esperienza del nuotatore”. “Sarà opportuno valutare più approfonditamente gli effetti di questa pratica – conclude Mercer – e allo stesso tempo bisognerà educare le persone sui potenziali rischi associati all’immersione in acqua fredda, che comprendono le conseguenze dell’ipotermia e problemi cardiaci legati allo shock del freddo”. (30science) Valentina Di Paola